V, 2022/3

Tommaso Baris

Andreotti. Una biografia politica

Review by: Vera Capperucci

Authors: Tommaso Baris
Title: Andreotti. Una biografia politica. Dall’associazionismo cattolico al potere democristiano (1919-1969)
Place: Bologna
Publisher: Il Mulino
Year: 2021
ISBN: None
URL: link to the title

Reviewer Vera Capperucci - LUISS Guido Carli - School of Government

Citation
V. Capperucci, review of Tommaso Baris, Andreotti. Una biografia politica. Dall’associazionismo cattolico al potere democristiano (1919-1969), Bologna, Il Mulino, 2021, in: ARO, V, 2022, 3, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2022/3/andreotti-una-biografia-politica-vera-capperucci/

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«Professione: governo». Già nell’introduzione al volume, riprendendo uno studio di Antonio Ghirelli di qualche anno fa, Tommaso Baris usa questa suggestiva quanto efficace espressione per descrivere il perimetro dell’azione in cui si sarebbe dispiegata la lunga esperienza biografica di Giulio Andreotti. Una parabola personale fortemente intrecciata con le vicende storiche italiane, in cui la dimensione individuale si è sovrapposta a quella pubblica, rendendo spesso complesso lo sforzo di differenziazione dei piani. Non è certamente un caso che, negli studi finora dedicati a uno degli uomini politici di maggior rilievo della stagione repubblicana, proprio quella sovrapposizione di piani abbia rappresentato un riferimento costante che ha finito per delimitare in maniera chiara lo spazio interpretativo all’interno del quale Giulio Andreotti doveva essere letto. Fatta eccezione per contributi di stampo giornalistico o memorialistico, che non di rado hanno restituito rappresentazioni caricaturali o ricche di stereotipi, le ricerche finora pubblicate si sono orientate in due direzioni principali. Da un lato la figura di Andreotti è stata analizzata all’interno di ricostruzioni più generali dedicate alla storia della Democrazia cristiana, nelle cui file, come noto, avrebbe militato fin dalla sua costituzione. Questo tipo di approcci, tuttavia, ha rivelato spesso un limite: la diffusa tendenza a considerare Andreotti un uomo di governo più che di partito, ha finito per edulcorarne il profilo, collocandolo in una posizione residuale tanto rispetto a leader ritenuti più significativi, quanto rispetto al ruolo giocato dalle 'altre' correnti nella definizione dei rapporti di forza interni.  La seconda direzione, propria di una storiografia più recente, ha cominciato ad aprire nuovi e interessanti percorsi di ricerca. La possibilità di accedere a materiale documentario inedito, per lo più proveniente dagli archivi personali di Andreotti, ha permesso di cominciare a fare luce su alcuni aspetti che ne avrebbero orientato e definito le scelte, nella dimensione politica interna, come soprattutto in quella estera. Pur nella loro estrema utilità e rilevanza, anche questi approcci finiscono per essere caratterizzati da un tratto ricorrente: vale a dire la tendenza a restare nel solco della tradizione governativa andreottiana, rafforzando in qualche misura il limite prima evidenziato della storiografia di partito. Rispetto a due filoni interpretativi che sembrano procedere, usando una espressione evocativa, lungo rette parallele, il volume ha certamente un pregio: lo sforzo di seguire quelle rette parallele provando, tuttavia, a proporne una sovrapposizione. Il tentativo risulta evidente, e apprezzabile, sin dalla scelta della periodizzazione e dalla più generale struttura del lavoro. Rompendo uno degli schemi sopra richiamati, e seguendo il metodo scientifico proprio del genere biografico, Baris racconta Andreotti fin dalla sua infanzia: dai profondi rapporti familiari ai legami mai rescissi con il suo territorio, che gli avrebbero conferito quel tratto di «lazialità» che non avrebbe mai abbandonato ma che, al contrario, egli avrebbe saputo trasformare in successo politico. Una «lazialità» che avrebbe al contempo influenzato la sua formazione, la militanza nelle organizzazioni giovanili cattoliche, il rapporto con la Roma papale e con le gerarchie ecclesiastiche che tanto rilievo avrebbe assunto nell’adesione alla nascente Democrazia cristiana e nelle posizioni che i cattolici avrebbero dovuto assumere nella successione al regime fascista. Ed è proprio da quel passaggio alla militanza politica che la sovrapposizione dei piani di analisi diventa più significativa. La dimensione partitica finisce per intrecciarsi con quella governativa e ministeriale, in qualche modo ponendo le premesse per suggerire un rovesciamento di paradigma interpretativo: Andreotti sarebbe stato uomo di governo tanto quanto uomo di partito e di corrente; o, detto in altro modo, non è possibile comprenderne fino in fondo il profilo di governo senza passare attraverso il profilo di partito. Nella periodizzazione proposta da Baris, che come è inevitabile asseconda il criterio cronologico, questa dinamica scandisce tutte le fasi che lo studio prende in esame: dal centrismo degasperiano fino alle prime spallate al sistema emerse con la contestazione studentesca e operaia della fine degli anni Sessanta. In due momenti, tuttavia, quella sovrapposizione appare particolarmente significativa. Il primo è rappresentato dal complesso approdo ai governi di centro-sinistra. Se la morte di De Gasperi modificava il modello di partito, aprendo nell'ambito della Democrazia cristiana all’affermazione delle correnti, la ricerca di soluzioni diverse alla governabilità segnava una fase di profonda instabilità. Di quella stagione Andreotti sarebbe stato protagonista, tanto nelle file del partito, come leader e capo di una corrente, quanto tra i banchi del governo, riuscendo a conservare incarichi ministeriali pur facendo ferma opposizione alla linea aperturista verso i socialisti sostenuta da una parte consistente della Dc. Il secondo momento avrebbe coinciso con l’avvio del centro-sinistra organico. Ancora una volta, posizioni critiche all’interno del partito, questa volta nei confronti della linea di Moro, si sarebbero risolte nella conferma degli incarichi ministeriali, di fatto conferendo senso al valore che Andreotti avrebbe dato al rapporto tra dialettica e unità, tra posizioni culturali e posizioni politiche. Con un lavoro che apre la strada a un percorso di ricerca che merita di essere completato, Baris restituisce Andreotti alla storia, ponendo le condizioni affinché trovi posto tra le biografie politiche degli uomini dell’Italia repubblicana.

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