V, 2022/2

Silvio Pons (ed.)

Il comunismo italiano nella storia del Novecento

Review by: Francesco Leone

Editors: Silvio Pons
Title: Il comunismo italiano nella storia del Novecento
Place: Roma
Publisher: Viella
Year: 2021
ISBN: 9788833137919
URL: link to the title

Reviewer Francesco Leone - Universität Mannheim

Citation
F. Leone, review of Silvio Pons (ed.), Il comunismo italiano nella storia del Novecento, Roma, Viella, 2021, in: ARO, V, 2022, 2, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2022/2/il-comunismo-italiano-nella-storia-del-novecento-francesco-leone/

PDF

In occasione del centenario della fondazione del Partito Comunista Italiano, la Fondazione Gramsci manda in stampa per Viella una sorta di istantanea sullo stato dell’arte della ricerca sul PCI in Italia, un volume collettaneo sulla parabola settantennale del PCI al quale hanno partecipato più di trenta autrici e autori. L’opera, che prende le mosse da un convegno organizzato nell’autunno 2020, intende focalizzarsi non tanto sulla storia del partito, quanto sul suo ruolo nella e sulle correlazioni con la storia italiana e in parte con la storia internazionale. L’occasione dell’anniversario non implica, anche a detta del curatore, alcun intento celebrativo, e il volume in effetti presenta una serie di saggi dall’elevato valore scientifico, che spesso mettono in luce le ambivalenze, le contraddizioni e i conflitti nella storia del partito e del movimento comunista, senza però provocare i dibattiti di cui la storia del PCI è stata oggetto in un passato più o meno recente.

Sfogliando l’indice, salta subito all’occhio la presenza di storiche e storici di generazioni differenti e di conseguenza l’ampia varietà di approcci: non solo storia politica, ma ottiche differenti ed eterogenee: storia sociale ed economica, ma anche storia di genere, delle emozioni, dei consumi. Accanto a temi 'classici' – l’internazionalismo, il partito di massa, il rapporto con il Sessantotto – vengono affrontati temi innovativi e in parte marginali nella storiografia del PCI, come il rapporto con la televisione, con la cultura ecologista e con il «nuovo universalismo» dei diritti umani.

Il volume è diviso in cinque parti («Rivoluzione mondiale e fascismo», «Repubblica e guerra fredda», «Culture, politiche, strategie», «Integrazione e modernizzazione», «Trasformazione e crisi»), delle quali la prima è dedicata al periodo antecedente alla Seconda guerra mondiale e analizza innanzitutto le vicende del movimento comunista dal punto di vista dei complessi e ambivalenti percorsi politici degli uomini e delle donne che di quel movimento hanno fatto parte.

Il comune denominatore dei saggi della prima sezione, probabilmente la più omogenea del volume, è quindi la descrizione del PCd’I come un partito di quadri e «rivoluzionari di professione», titolo del contributo di A. Höbel, in cui però è già visibile in nuce la successiva evoluzione in un partito di massa: tale evoluzione è da ricercare secondo C. Spagnolo, il quale considera il carattere di massa del partito la sua vera peculiarità (p. 151),  nelle strategie e nelle elaborazioni teoriche del partito fin dagli anni Venti del Novecento.

Lo spartiacque tra la prima e la seconda sezione è quindi quello terribile della guerra, da cui il partito esce completamente rinnovato: sono i contributi a cavallo tra la prima e la seconda parte del volume (il bel saggio di Anna Tonelli sugli intrecci tra pubblico e privato nelle vicende di militanti e quadri comunisti, e quelli di Pons, Baris e Spagnolo), a evidenziare l’importanza della frattura costituita dalla Seconda guerra mondiale, la quale generò non solo «la necessità di una ricostruzione profonda di identità, nessi esistenziali e orizzonti di senso» (pag. 115) ma anche radicali cambiamenti nella struttura del partito, nella socializzazione politica dei militanti e persino sul piano della vita privata.

Se la seconda parte del libro traccia le coordinate dell’oggetto di studio, le successive due si concentrano sul ruolo del PCI soprattutto in Italia, ma anche nel contesto internazionale, anche qui non solo dal punto di vista politico, ma anche culturale e delle simbologie politiche.

L’ultima parte analizza gli ultimi due decenni di vita del partito, mettendone in luce le trasformazioni dovute al dirompente impatto di fenomeni globali e nazionali sociali e politici come il Sessantotto, ma anche il femminismo, la televisione di massa, l’integrazione europea o la fine della Guerra fredda.

La molteplicità di punti di vista e di interpretazioni, derivante anche dalla lunga, complessa e variegata storia del PCI, conferisce un tono enciclopedico al volume, che risulta così uno strumento destinato sia agli studiosi sia a un pubblico più ampio,  cui però avrebbe giovato una più lunga ed esaustiva introduzione, che avrebbe messo in luce i fili rossi che attraversano il volume, non sempre immediatamente individuabili, e riportato i numerosi saggi a una istanza di ricerca unitaria e complessiva.

Subscribe to our newsletter

Partners