VI, 2023/2

Michela Minesso

Tullia Romagnoli Carettoni

Review by: Franca Cosmai

Authors: Michela Minesso
Title: Tullia Romagnoli Carettoni. Una donna nel Parlamento italiano (1963-1979)
Place: Milano
Publisher: FrancoAngeli
Year: 2021
ISBN: 9788835119913
URL: link to the title

Reviewer Franca Cosmai - Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea

Citation
F. Cosmai, review of Michela Minesso, Tullia Romagnoli Carettoni. Una donna nel Parlamento italiano (1963-1979), Milano, FrancoAngeli, 2021, in: ARO, VI, 2023, 2, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2023/2/tullia-romagnoli-carettoni-franca-cosmai/

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La storia dell’Italia repubblicana si apre con una novità importante, il suffragio universale, sancito dal decreto del 1° febbraio 1945 con il quale le donne vengono ammesse per la prima volta al voto, solo successivamente, nel marzo 1946, viene loro riconosciuto il diritto a essere elette. Il rapporto tra donne e politica che si andava consolidando sulla base della novità rappresentata dall’estensione del suffragio era però destinato a incontrare una serie di ostacoli. Uno di questi era rappresentato dal lungo permanere nella società italiana, a tutti i livelli, della concezione di un modello tradizionale di donna che le assegnava un ruolo preminente nell’ambito della famiglia. Molti uomini assunsero quindi un atteggiamento ambivalente e persino ostile nei confronti della partecipazione politica delle donne. Emblematica a tale proposito risulta la scarsa partecipazione femminile alla politica istituzionale. Alle elezioni del primo Parlamento vennero elette 49 donne, 45 alla Camera e 4 al Senato. Ci vollero quasi trent’anni perché fosse superata quella soglia, e altrettanti per giungere ad avere 150 donne in Parlamento.

La prima donna a ricoprire la carica di vicepresidente della Camera è stata Maria Lisa Cinciari Rodano, eletta nel 1963, mentre la prima vicepresidente al Senato è stata Tullia Romagnoli Carettoni, eletta nel 1972. È a lei e alla sua esperienza parlamentare che Michela Minesso dedica il presente volume.

L’autrice non è nuova a questo genere di studi, nel 2016 pubblica infatti un lavoro sul ruolo svolto dalle donne elette prima all’Assemblea legislativa e successivamente, tra il 1948 e il 1963, nelle prime tre legislature dell’Italia repubblicana. Lo fa con un taglio preciso, più vicino a quello che è il suo interesse di ricerca e di studio, la storia del welfare e delle istituzioni, dando cioè rilevanza alle parlamentari che avevano fatto della cittadinanza delle donne e delle politiche sociali il cardine della loro azione, sin dalle origini della Repubblica.

Tullia Romagnoli operò in Senato tra la IV e la VII legislatura, dal 1963 al 1979, partecipando in maniera determinante a quel processo di modernizzazione sociale che attraversò l’Italia tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Quindici anni di storia nazionale densa e difficile sul piano politico-economico, compresa tra il centro sinistra e la sua fine, le battaglie del 1968-69, la comparsa del terrorismo e la crisi energetica ed economica dopo il 1973. Si trattò, al tempo stesso, di un periodo che produsse straordinarie conseguenze sul piano sociale, giuridico e del costume: le leggi sul divorzio e sull’aborto, lo Statuto dei lavoratori, il nuovo diritto di famiglia, il Sistema sanitario nazionale, conquiste che cambiarono per sempre i termini della cittadinanza e della convivenza sociale nel Paese. Come sottolinea Minesso nell’introduzione, non si tratta di una biografia, ma della ricostruzione del lavoro di parlamentare della Romagnoli, realizzata attraverso l’impiego di fonti che vanno dalla presentazione di disegni di legge a interrogazioni, interpellanze, mozioni, discorsi in Aula, utilizzando dunque in larga misura gli Atti parlamentari confrontati con altri documenti a stampa e d’archivio.

Il libro si articola in quattro capitoli. Nel primo l’autrice traccia il profilo biografico della Romagnoli, in quelli successivi approfondisce i temi centrali della sua attività parlamentare: la cittadinanza femminile, la condizione della scuola e dell’istruzione universitaria, la tutela del patrimonio artistico e ambientale, concludendo con un’appendice documentaria che costituisce parte integrante della ricerca.

Romagnoli nasce a Verona nel 1918, consegue la laurea in Archeologia a Roma. Nel 1938 conosce Gianfilippo Carettoni, archeologo, ispettore alla Soprintendenza alle Antichità della Campania, che sposa nel 1940. Sarà lui a metterla in contatto con gli ambienti dell’antifascismo di matrice socialista, da qui la partecipazione attiva di Tullia alla Resistenza romana con le formazioni liberali. Nel dopoguerra confluisce nel Partito d’azione e, nel 1947, entra con il gruppo di Riccardo Lombardi nel Partito socialista. Negli stessi anni vince il concorso per l’insegnamento. Nel 1957 viene eletta nel comitato centrale del Psi. Dopo il congresso del 1959 entra nella direzione e lascia l’insegnamento per dedicarsi completamente alla vita politica. Dal 1963 al 1979, dapprima nelle fila del Psi e poi come espressione della Sinistra indipendente, è stata senatrice della Repubblica e vicepresidente del Senato. Nel 1967, dopo il colpo di stato militare in Grecia, fonda il Comitato per la libertà della Grecia e il Comitato per gli aiuti umanitari al popolo greco. Dal 1971 al 1976 è membro della rappresentanza italiana al Parlamento europeo, dove ritorna dal 1979 al 1984, eletta nelle prime elezioni dirette a suffragio universale. Si iscrive al gruppo parlamentare comunista e apparentati e partecipa al lavoro di diverse commissioni. Nel 1978 è chiamata a presiedere il Consiglio nazionale dell’Unione italiana centri educazione matrimoniali e prematrimoniali, un’organizzazione laica, senza scopo di lucro, che si occupa di pianificazione familiare. Conclusa l’esperienza parlamentare, ricopre prestigiosi incarichi internazionali tra cui, nel 1992, quello di presidente del Forum internazionale delle donne del Mediterraneo, un’organizzazione non governativa dell’Onu e dell’Unesco. Nel marzo 2005 il presidente della Repubblica la nomina Dama di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica. Muore il 24 novembre 2015 poco dopo avere consegnato i suoi ricordi a Roberta Yasmine Catalano, La felicità è un pezzo di pane e cioccolata: conversazioni con Tullia Carettoni Romagnoli (Catalano, 2013).

Nel secondo capitolo Minesso delinea il primo dei temi centrali della sua attività parlamentare, la battaglia a favore della cittadinanza femminile, che segna il suo esordio nel 1963 in Senato. Due sono gli obiettivi prioritari della senatrice, la promozione di una più moderna visione dei rapporti tra i sessi, tale da corrispondere all’evoluzione della società, e la realizzazione della piena autonomia della donna nel mondo del lavoro e nella famiglia. Si trattava di una battaglia che richiedeva un processo di revisione organica della legislazione italiana, che puntasse anche a riformare entrambi i codici in materia di parità tra i generi. Come senatrice della Sinistra indipendente nel 1976 presenta una proposta di legge Norme per la tutela dell’uguaglianza tra i sessi e istituzione di una Commissione parlamentare di indagine sulla condizione femminile in Italia, approvata nel 1977 al Senato dopo essere stata modificata e con il titolo  mutato in Abrogazione della rilevanza penale nella causa d’onore. L’attuazione di una nuova politica per la famiglia passava anche attraverso la riorganizzazione dei servizi sociali e le politiche per una maternità consapevole: la battaglia in favore di una nuova politica sanitaria a tutela della maternità si accompagnò alla richiesta di realizzare una rete di istituzioni delegate a promuovere una moderna politica familiare e di programmazione delle nascite. La questione della cittadinanza femminile nella riflessione della Romagnoli è sempre intrecciata alla difesa dell’occupazione, il lavoro veniva da lei percepito come il grimaldello per l’attuazione di un processo di autentica emancipazione delle donne.

Nel terzo capitolo si trattano alcuni temi riguardanti il mondo della scuola, un settore che Romagnoli conosceva bene per esperienza personale, come responsabile sindacale e membro della Commissione scuola del Partito socialista. Le proposte iniziali vanno nella direzione di migliorare la condizione del personale insegnante e l’organizzazione degli studi, in seguito si occupa dell’ordinamento del primo biennio della scuola superiore, raccordandone i contenuti con gli studi del triennio precedente e della riforma dell’esame di maturità. Non tralascia, nel frattempo, di occuparsi anche dell’Università partecipando attivamente al dibattito in Aula sulla istituzione del ruolo di professore aggregato.

Il quarto capitolo è dedicato al tema della tutela del patrimonio artistico e dell’ambiente. Nel primo caso l’impegno della Romagnoli si compie inizialmente all’interno della commissione Franceschini, attiva  dal 1964 al 1966, successivamente al di fuori di essa e rivolto alla lotta contro la contraffazione delle opere d’arte; l’attenzione all’ambiente si concretizza a partire dal 1969 con la presentazione di una serie di proposte volte a introdurre nella legislazione urbanistica dei piani regolatori per la salvaguardia  dei beni culturali ambientali e, successivamente, nel 1970, una legge-quadro sui parchi nazionali e le riserve naturali.

Il libro di Minesso offre un contributo fondamentale agli studi, ancora scarsamente praticati, sulla presenza e sul ruolo delle donne nelle aule del Parlamento, analizzando in maniera sistematica l’attività di Romagnoli che ha saputo cogliere la visione d’insieme dei singoli temi e proporre delle riforme che fossero in sintonia con le trasformazioni in atto nel Paese e di sostegno alle rivendicazioni dei diritti manifestate delle donne.

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