V, 2022/1

Arthur der Weduwen, Andrew Pettegree, Graeme Kemp (eds.)

Book Trade Catalogues in Early Modern Europe

Review by: Massimo Scandola

Editors: Arthur der Weduwen, Andrew Pettegree, Graeme Kemp
Title: Book Trade Catalogues in Early Modern Europe
Place: Leiden
Publisher: Brill
Year: 2021
ISBN: 9789004422230
URL: link to the title

Reviewer Massimo Scandola - Université de Tours

Citation
M. Scandola, review of Arthur der Weduwen, Andrew Pettegree, Graeme Kemp (eds.), Book Trade Catalogues in Early Modern Europe, Leiden, Brill, 2021, in: ARO, V, 2022, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2022/1/book-trade-catalogues-in-early-modern-europe-massimo-scandola/

PDF

La ricostruzione dei numerosi rivoli della lettura, dalla comparsa dei primi cataloghi a stampa agli inventari degli antiquari dei primi decenni dell’Ottocento, rappresenta un segmento importante della ricerca degli ultimi trent’anni. Gli storici della lettura e delle biblioteche si sono interrogati su tutte le tipologie di fonti disponibili, dal «libro-oggetto» alle altre fonti documentarie capaci di restituire le «mappe della lettura» in Antico Regime. In questa galassia si contano numerosissimi gli inventari manoscritti delle biblioteche professionali o private, gli allegati dei testamenti redatti dai librai e dai notai fino alla fonte oggetto di questo studio, cioè i «cataloghi delle aste librarie», menzionati dalla storiografia contemporanea anche come «cataloghi delle vendite dei libri».

Il presente volume curato da Arthur der Weduwen, Andrew Pettegree e Graeme Kemp ha il pregio di aver attirato nuovamente l’attenzione degli storici della lettura e del libro su questo oggetto documentario, piuttosto trascurato, ma altrettanto fondamentale per ricostruire la storia della circolazione libraria in Europa.

Come ricordano i curatori nel primo capitolo introduttivo, l’interesse verso questa fonte è recente: è nato nella metà degli anni Cinquanta del Novecento ed è maturato nei grandi giacimenti librari del Regno Unito e dei Paesi Bassi.

Gli studi pionieristici di Archer Taylor, Graham Pollard e Albert Ehrman hanno gettato le basi di un metodo di ricerca ancora attuale e in evoluzione. In area francese questo segmento degli studi è stato portato avanti dalle equipe dell’École Nationale des Chartes, dove Annie Charon alla fine degli anni Novanta iniziò a studiare la tipologia documentaria dei cataloghi di vendita dei libri, pubblicati a Parigi lungo tutto il Settecento.

Nel corso degli ultimi vent’anni, numerose iniziative, specialmente gli atti di importanti convegni, hanno mostrato la ricchezza di queste fonti storico-documentarie. Ad oggi, numerosi database sono dedicati quasi esclusivamente a questa fonte; evoco in questa sede quelle citate nel volume, cioè Book Sales Catalogues Online, Biblio, Mediate (e mi permetto di aggiungere il database francese Esprit des livres) e il programma di ricerca dell’Universal Short Title Catalogue iniziato nel 2016 presso l'Università di Saint Andrew, volto allo studio sistematico dei «cataloghi delle vendite dei libri» in età moderna. Il grande pregio di queste ricerche è quello d’aver mostrato come questi cataloghi siano una miniera di informazioni sulla storia del mercato editoriale, permettendo agli studiosi di esaminare questioni sulla distribuzione e la proprietà dei libri, che altrimenti sarebbero estremamente difficili da perseguire.

Questa raccolta propone diciassette studi sulla circolazione dei cataloghi di libri nella prima Europa moderna. I collaboratori al volume hanno discusso il ruolo giocato da questi cataloghi nel guidare i gusti dei collezionisti di libri. I cataloghi dei Paesi Bassi, della Gran Bretagna, della Germania, della Francia e della regione baltica sono presi in esame come prodotti importanti del commercio librario moderno e come strumenti di ricostruzione della storia del libro.

Una prima parte propone una riflessione sul fenomeno editoriale dei cataloghi delle vendite. Rispettivamente, Shanti Graeli ha inquadrato il ruolo giocato da questa fonte nello studio delle reti erudite (come quella di Peiresc), Pierre Delsaerdt ha rivelato invece la comparsa dei primissimi esemplari di cataloghi nei Paesi Bassi meridionali, come quello della vendita dei libri della biblioteca di Charles III de Croy (1613), mentre Rindert Jagersma ha proposto uno studio bibliometrico sui cataloghi delle vendite delle biblioteche private lungo un arco temporale che comprende tutto l’Antico Regime nella Repubblica delle Sette Province Unite.  Strettamente legato a tale fenomeno è quello della distribuzione dei prezzi dei libri nei cataloghi nel mercato inglese della fine del Seicento, che è stato preso in esame da Graeme Kempe. Invece, Marieke van Egeraat ha rivolto la propria attenzione all’identificazione delle provenienze dei libri nei cataloghi delle vendite e, in particolare, ha proposto un focus sul libraio Mattheus van Nispen (1681).

La seconda parte tratta della storia delle biblioteche private nelle Province Unite dalla metà del Seicento ai primi decenni dell’Ottocento e ospita il contributo di Forrest C. Strickland che è dedicato alla biblioteca di André Rivet, mentre Elise Watson analizza il mercato dei libri devozionali cattolici alla fine del Seicento e Anna E. de Wilde propone un approfondimento sulla storia del libro ebraico e sui cataloghi dei librai ebrei nel «Lungo Settecento».

Nella terza parte, Ian Maclean e Andrew Pettegree analizzano il mercato del libro negli anni difficili che seguono la Guerra dei Trent’Anni: precisamente, Ian Meclean analizza la crisi della Fiera del libro di Francoforte nella seconda metà del Seicento, mentre Andrew Pettegree analizza il commercio del libro olandese in Danimarca, nella Svezia meridionale, in Polonia e nelle regioni del Baltico durante il «Secolo d’oro olandese».

Le ultime tre parti del volume, rispettivamente la quarta, la quinta e la sesta sono dedicate agli sviluppi della bibliothèque particulière fra la metà del Seicento e i primi decenni dell’Ottocento: Arthur der Weduwen analizza la vendita dei libri proibiti nella Repubblica delle Province Unite, mentre Helwi Blom si focalizza sul ruolo giocato dalla biblioteca di Pierre Briot nella Repubblica delle Lettere verso la fine del Seicento. Molto spesso i cataloghi hanno modellato il gusto dei lettori; al tempo stesso, hanno suggerito anche un prototipo di «biblioteca ideale» da imitare anche grazie alla circolazione di una manualistica che veniva spesso consultata e studiata tanto dai collezionisti privati quanto dalle pubbliche autorità, come ricordano nei loro contributi Philippe Schmid, Alicia C. Montoya e Anne-Marie Hansen.

Chiude, infine, il volume il saggio di Jasna Tingle dedicato ai librai di Zagabria fra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento.

Quest’antologia di saggi ha il pregio di mettere a disposizione degli studiosi i risultati di numerose ricerche sulla circolazione libraria in un’area che va dalla Repubblica delle Province Unite ai confini della monarchia degli Asburgo e del regno di Polonia, con un focus importante negli anni centrali del Seicento e fino al Settecento.

Certamente, l’esegesi di queste fonti è appassionante e talvolta tortuosa, perché il limes che separa il fenomeno del collezionismo librario, concentrato sul «libro-oggetto», dalla pratica della lettura e dall’interesse rivolto ai generi letterari è difficilmente individuabile. Talvolta al lettore si contrappone il collezionista, laddove l’interesse, soprattutto nel Settecento, è rivolto al libro antico e alla sua storia.

Tuttavia, studi completi e dettagliati come quello curato da Arthur der Weduwen, Andrew Pettegree e Graeme Kemp ricordano alla comunità scientifica quanto ancora si possa scrivere sui cataloghi delle vendite, e come quest’ultimi, benché siano fonti frammentarie, limitate e spesso manipolate  dagli stessi librai che li pubblicarono, restituiscano una pagina importante della storia culturale della lettura e della storia europea più in generale.

Subscribe to our newsletter

Partners