Reviewer Manuela Pacillo - Scuola Normale Superiore di Pisa
CitationPubblicato dopo 15 anni di ricerche, Soviet Judgment at Nuremberg: A New History of the International Military Tribunal after World War II si presenta come un nuovo «chiodo d’oro» per lo studio del processo contro i maggiori criminali di guerra nazisti.
A partire dal 2006, Francine Hirsch si era già occupata, a più riprese, del ruolo sovietico al processo di Norimberga; il volume, infatti, incorpora parte del materiale apparso negli articoli pubblicati fra il 2008 ed il 2019[1], rivelando, come anticipato nel sottotitolo, una nuova storia dell’International Military Tribunal (IMT). Qui l’autrice, studiosa della Russia e dell’Unione Sovietica, rivede le interpretazioni storiche ormai consolidate sulla partecipazione sovietica al processo di Norimberga, attribuendo un ruolo tutt’altro che marginale all’URSS di Stalin.
L’accordo di Londra dell’8 agosto 1945 – «accordo multilaterale» sottoscritto dalle quattro potenze vincitrici – segnò la nascita del Tribunale Militare Internazionale e, come si legge nella Carta dell’IMT, della giurisdizione nonché dei principi fondamentali che avrebbero dovuto portare alla condanna dei maggiori criminali di guerra nazisti. In termini giuridici, l’istituzione dell’IMT fu il punto di partenza dell’evoluzione del diritto penale internazionale convenzionale.
Nonostante gli studi condotti in merito, la storia dell’IMT sarebbe stata raccontata, a parere dell'autrice, in maniera incompleta. Per questa ragione, lo studio si propone – e lo fa in maniera convincente – di inserire quel tassello finora mancante all’interno della narrazione processuale: il ruolo dell’Unione Sovietica. Per ricostruire questo tassello, dunque, la studiosa parte da due domande: perché la partecipazione dell’URSS sia stata «essenziale» a Norimberga e perché il contributo sovietico sia stato, poi, in parte rimosso dalla storiografia. Dal testo emerge come questa apparente caduta nell’oblio sia «intuibile»; il Tribunale Militare Internazionale rappresentò non solo l’ultima coalizione delle potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale, ma fu, al contempo, uno dei «primi fronti» della Guerra Fredda. La creazione dell’IMT, infatti, si colloca in un momento storico in cui le relazioni bilaterali USA-URSS erano ancora indefinite. La politica della Guerra fredda ha giocato, secondo la storica, un ruolo fondamentale nell’originare il mito del «momento di Norimberga», che impresse una spinta definitiva a relegare nel proscenio il ruolo di coprotagonista dell’URSS. Infatti, come ella spiega nelle pagine iniziali del testo, i sovietici erano stati «attori chiave» nella creazione dell’IMT. Ciò nonostante, la studiosa sottolinea come per decenni, quando la partecipazione sovietica veniva discussa negli Stati Uniti, si fosse soliti parlare di una «partecipazione deplorevole, ma inevitabile» dell’URSS di Stalin al processo. La storica, infatti, riprende un aspetto noto alla storiografia, ossia il «patto faustiano» stretto fra i leader americani e britannici, da un lato, e l’URSS dall’altro per porre fine alla Seconda guerra mondiale e per assicurare una condanna ai maggiori criminali di guerra nazisti.
La tesi si articolata in quattro parti, in cui la storica dimostra la forza delle sue argomentazioni. Al di là dell’ampia bibliografia e di un apparato di note dettagliate, una nota di merito deve essere attribuita alla mole documentaria presa in analisi. Al fine di dimostrare il ruolo da protagonista dell’URSS nel processo di costituzione dell’IMT, Hirsch muove attraverso un’attenta disamina di migliaia di documenti provenienti dai cinque archivi di Mosca: Russian State Archive of Literature and Art (RGALI), Russian State Archive of Socio-Political History (RGASPI), Archive of the Foreign Policy of the Russian Federation (AVPRF), Archive of the Russian Academy of Sciences, Moscow (ARAN), State Archive of the Russian Federation (GARF). Sono stati, inoltre, consultati i documenti depositati presso il National Archives and Records Administration (NARA) e lo United States Holocaust Memorial Museum Archive (USHMMA).
Scrivere la prima storia completa dell’IMT e del processo contro i maggiori criminali di guerra nazisti è stato un progetto ambizioso e complesso, che nell’insieme appare ben riuscito, non solo per la ricaduta che esso ha avuto nel dibattito storiografico, ma anche per gli spunti innovativi di ricerca che emergono dal volume.
[1] F. Hirsch, The Soviets at Nuremberg: International Law, Propaganda, and the Making of the Postwar Order, in «The American Historical Review», 113, 2008, 3 pp. 701-730; The Nuremberg Trials as Cold War Competition: The Politics of the Historical Record and the International Stage, in M. Silberman - F. Vatan (edd), Memory and Postwar Memorials: Confronting the Violence of the Past, New York, Palgrave Macmillan, 2013, pp. 15-30; The Soviet Union, the Nuremberg Trials, and the Politics of Postwar Moment, in J. Meierhenrich - D. O. Pendas (edd), Political Trials in Theory and History, Cambridge, Cambridge University Press, 2017, pp. 157-183; The Soviet Union at the Palace of Justice: Law, Intrigue, and International Rivalry in the Nuremberg Trials, in D. M. Crowe (ed), Stalin’s Soviet Justice: “Show” Trials, War Crimes Trials, and Nuremberg, London, Bloomsbury Press, 2019, pp. 171-198.