IV, 2021/3

Giovanni Villari

L'Italia in Albania 1939-1943

Review by: Luca Castiglioni

Authors: Giovanni Villari
Title: L'Italia in Albania 1939-1943
Place: Roma
Publisher: Novalogos
Year: 2020
ISBN: 9788897339977
URL: link to the title

Reviewer Luca Castiglioni - Istituto Storico Italo-Germanico - FBK

Citation
L. Castiglioni, review of Giovanni Villari, L'Italia in Albania 1939-1943, Roma, Novalogos, 2020, in: ARO, IV, 2021, 3, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2021/3/italia-in-albania-1939-1943-luca-castiglioni/

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Con L'Italia in Albania 1939-1943 Giovanni Villari ha racchiuso in un volume la parabola storica della dominazione diretta italiana in Albania, presentandone organicamente le politiche, il loro impatto socio-politico e le conseguenze locali dei rivolgimenti della campagna di Grecia e della disfatta italiana. Fondamentale filo rosso narrativo di questo lavoro è anche la descrizione del rapporto altalenante tra italiani e albanesi e le rispettive narrazioni incrociate gli uni degli altri.

L’autore ha preferito dare una scansione cronologica al suo volume, articolandolo su tre corposi capitoli: ognuno di essi è dedicato a una macrofase dell’occupazione italiana dal 1939 al 1943. Questa impostazione offre al lettore i nodi problematici della questione albanese nel modo più lineare.

L’onere di tratteggiare la lunga e intricata storia di influenza e ingerenza italiana in Albania dall’inizio del XX secolo è lasciato a una breve introduzione (pp. 15-29), a tratti forse fin troppo densa. Un dialogo più organico tra il lungo periodo di soft power italiano sull’Albania con l’occupazione post 1939 avrebbe dato un respiro più completo al volume, ma la scelta dell’autore di partire dalle premesse del dominio diretto per creare un discorso conchiuso risulta coerente.

Il primo capitolo tenta di offrire al lettore un fotogramma dell’Albania allo scoppio della guerra, specialmente per quanto riguarda gli aspetti più istituzionali dell’amministrazione italiana: l’autore delinea tutti i cambiamenti introdotti dagli italiani in ogni aspetto della vita civile albanese, dalla promulgazione della nuova costituzione albanese (p. 43) alla riorganizzazione delle forze armate (pp. 62-74), dalla creazione del partito fascista albanese (pp. 52-59) alla riforma delle scuole.

Il secondo capitolo tratta il periodo delle operazioni belliche in Albania, dalla preparazione dell’invasione della Grecia sino alla realizzazione della «Grande Albania» e del loro impatto sulla società albanese, da poco avviata su un percorso di superficiale fascistizzazione e incapace di attirare a sé le comunità albanesi al di fuori dell’Albania italiana (pp. 204-246), svuotando così il senso stesso della Grande Albania come realizzazione di un progetto pan-albanese.

Il terzo capitolo si focalizza sul periodo 1941-1943, delineando la fase più complessa della storia albanese, caratterizzata dall’intensificazione del dissenso anti-italiano, dalla repressione fascista e dalla nascita della resistenza attiva nelle sue diverse anime, che avevano avuto i loro prodromi nelle rivolte studentesche del 1939 (p. 298; pp. 333-352), a dimostrazione del fallito tentativo italiano di incorporare gli albanesi come comunità all’interno della visione imperiale italiana (p. 353).

L’autore si trova così a contendere fra una densa storia dall’alto dell’amministrazione e della guerra italiane, restituita attraverso le relazioni della Luogotenenza di Albania, i rapporti dello Stato Maggiore del Regio Esercito e la documentazione prodotta dagli organi ministeriali italiani incaricati di gestire il dominio albanese, ed una dal basso, veicolata dalle fonti bibliografiche locali e da documentazione albanese. A questo equilibrio, talvolta un po’ precario per l'inevitabile disparità a favore di fonti italiane, alle quali sono lasciati ampi spazi di citazione diretta, fa da complemento una bibliografia ampia e ben calibrata: l’autore in più frangenti prova a far dialogare contributi italiani e anglosassoni di riconosciuta qualità storiografica con produzioni di storia locale, offrendo spunti interessanti. Le fonti documentarie italiane conservate a Tirana sono valorizzate per donare una preziosa prospettiva più locale delle prassi socio-culturali del regime in Albania.

L’autore compie così un notevole sforzo di raccolta e condensazione dei materiali bibliografici e documentari disponibili sull’argomento della amministrazione italiana dell’Albania e sulla realtà politica e sociale albanese durante il periodo bellico. La sua scelta di focalizzarsi sul breve periodo della dominazione diretta, descrivendone la complessa e spesso contradditoria realtà amministrativa, costringe da una parte l’autore ad analizzare anche molto nel dettaglio la mole delle strutture statali italiane in Albania e dei loro meccanismi, utilizzando molta documentazione normativa ufficiale, e dall’altra lascia al lettore l’impressione di partire in medias res rispetto a un discorso molto più ampio.

Questo complesso organismo di politiche culturali, stravolgimenti amministrativi e forzature sociali ha certamente segnato il Paese delle Aquile, ma l’autore intende mostrare con il suo lavoro che questo intreccio fu un innesto tanto dispotico quanto alieno per la società albanese. Con poche eccezioni, l’influsso italiano risultò sterile e dannoso per i precari equilibri del giovane stato balcanico: la ritrosia italiana nell’integrare anche gli elementi più apertamente fascisti della società locale nella visione del nuovo stato albanese tradiva un'incompetenza di fondo dell’apparato d’occupazione e mal celava lo scopo ultimo della soggezione dello spazio albanese ai bisogni strettamente italiani, ridotta a una provincia malgrado le teorie che volevano l’Albania un volano «europeo» dell’espansione imperiale italiana (p. 122).

Lo studio delle amministrazioni italiane nei Balcani durante la Seconda guerra mondiale è molto attivo, non in ultima causa per sanare il rimosso delle brutalità perpetuate[1]. Il testo di Villari si affianca così ad altri importanti contributi di ricerca sull’area[2], offrendo sia una visione dall’interno al sistema italiano riguardo all’Albania, sia una chiara disamina della concausalità del suo fallimento, dovuto alle contraddizioni e incapacità dell’amministrazione e accelerato dai rivolgimenti bellici.

 

[1] E. Gobetti, E allora le foibe?, Roma - Bari, Laterza, 2020.

[2] F. Goddi, Fronte Montenegro: occupazione italiana e giustizia militare (1941-1943), Gorizia, Leg, 2016. Cfr. P. Fonzi, Fame di Guerra. L'Occupazione Italiana della Grecia (1941-1943), Roma, Carocci, 2019.

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