Reviewer Eloisa Betti - Università di Padova
CitationIl volume di Stefano Gallo e Fabrizio Loreto offre un efficace affresco della storia del lavoro dall'Unità d'Italia al tempo presente. È articolato in sei parti per un totale di undici capitoli che coprono oltre 150 anni di storia italiana letti attraverso il prisma del lavoro. La periodizzazione del volume rispecchia le fasi della storia italiana inserita nel più ampio contesto europeo e internazionale, mettendo in luce alcuni snodi fondamentali della storia contemporanea e le loro ripercussioni sulla vita e l’azione di lavoratori e lavoratrici, sulle forme della loro rappresentanza e sulle condizioni di lavoro, come nel caso delle due guerre mondiali o delle cesure legate alle crisi economiche internazionali.
La prima parte si concentra sull’età liberale, dal 1861 al 1900, con approfondimenti sulla trasformazione economico-sociale dell'Italia nella seconda metà dell’Ottocento, la proletarizzazione delle campagne e la nascita del proletariato industriale, ricostruendo anche la genesi delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei loro simboli, come il 1° maggio.
La seconda parte affronta il ventennio 1900-1922 compreso tra l'età giolittiana, la Grande Guerra e il biennio rosso, trattando temi come i mutamenti del lavoro nel contesto urbano, la nascita della legislazione sociale, l'impatto della Grande Guerra e «l'insorgenza del lavoro», come gli autori definiscono il biennio 1919-1920.
La parte terza prende in esame il complesso rapporto tra lavoro e fascismo, sia dal punto di vista della repressione e soppressione delle organizzazioni sindacali pre-fasciste, sia della legislazione introdotta dal fascismo, senza trascurare i mutamenti dell'organizzazione del lavoro e i rapporti dell'Italia fascista con l'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil).
La parte quarta esamina il trentennio glorioso e la fase dell'Italia repubblicana compresa tra l'immediato Secondo dopoguerra e lo shock petrolifero, assumendo come assi tematici l'emersione di una nuova e intensa fase di conflittualità sociale e le trasformazioni del lavoro negli anni del boom, dall'affermarsi del fordismo alle sue ombre (disoccupazione, marginalità lavorative, salute e ambiente di lavoro).
La quinta parte focalizza l’attenzione sul periodo di crisi e trasformazione degli anni Settanta, esaminando i mutamenti del lavoro e delle classi lavoratrici nel trapasso tra anni Settanta e Ottanta; il passaggio dal fordismo al toyotismo e la crisi del sindacato organizzato contrassegnati dalla fine dell'unità sindacale negli anni Ottanta.
Il capitolo conclusivo si concentra sull'ultimo trentennio, inserendo l'Italia nel contesto internazionale caratterizzato dall’ultima fase di globalizzazione e dallo sviluppo del processo di integrazione europea. Tratta brevemente le principali riforme legislative, tematizzando sfide e problemi aperti del mondo del lavoro degli anni Duemila (nocività, precarietà, povertà, disoccupazione), consegnati al lettore per ulteriori riflessioni sul tema decisivo del lavoro decente (e la sua assenza).
Il volume intreccia consapevolmente diverse dimensioni all'interno dei singoli capitoli che lo compongono, fra le quali la situazione del mercato del lavoro e le politiche economiche, le dinamiche e reti sociali, l'organizzazione del lavoro e i luoghi della produzione, la conflittualità sociale e la rappresentanza sindacale, senza dimenticare l'evoluzione del diritto del lavoro e della contrattazione, le culture e le rappresentazioni del lavoro. L’attenzione alla relazione tra sfera economica e sfera sociale è continua all'interno del volume, consentendo di comprendere l'emersione della società industriale e, per contrasto, la sua crisi e transizione verso la nuova società post-industriale, affrontata nell'ultima parte del volume anche grazie all'analisi di una nutrita letteratura sociologica.
Il volume di Gallo e Loreto si pone in continuità e aggiorna lo studio di Stefano Musso, realizzato all'inizio degli anni Duemila, Storia del lavoro in Italia dall’Unità a oggi, evidenziando quella importante ripresa degli studi di storia del lavoro che nell'ultimo quindicennio sono stati favoriti dalla nascita della Società italiana di storia del lavoro (Sislav), della quale entrambi gli autori di questo volume sono stati parte attiva.
La relazione tra lavoro, territorio e industrializzazione emerge nella riflessione sul triangolo industriale durante il trentennio glorioso e sulla terza Italia nella transizione tra anni Settanta e Ottanta, quando la crisi del fordismo fa emergere forme di industrializzazione differenti, sulle quali gli autori riflettono in relazione al decennio conclusivo della Prima Repubblica.
La questione agraria e la sua rilevanza nella storia del lavoro italiano è affrontata a più riprese nello studio di Gallo e Loreto e ne costituisce un filo rosso, spaziando tra il periodo post-unitario e il secondo Novecento. Analogamente, la questione migratoria attraversa il volume, dalle emigrazioni dell’età giolittiana alle migrazioni interne degli anni del miracolo fino all’immigrazione che dagli anni Ottanta in poi diventerà sempre più rilevante nel mercato del lavoro italiano.
La genesi e sviluppo del movimento operaio organizzato costituisce uno degli assi portanti della trattazione, che consente di comprendere, come sottolineato dagli stessi autori fin dall’introduzione, la «politicizzazione del lavoro» e l’emersione della classe lavoratrice come soggetto politico che promuove un ampliamento dei diritti di cittadinanza.
Mettendo al centro il lavoro, nelle sue diverse accezioni, il volume dialoga metodologicamente con i classici della storia del lavoro, in primis Luigi Dal Pane, ma riprende anche alcuni nodi costitutivi della centralità del lavoro nell’Italia repubblicana, come il riferimento alla Costituzione italiana, che rappresenta un asse di riflessione della parte quarta del volume. Specularmente, il rapporto tra lavoro e nazione è trattato nella parte iniziale del volume, che tematizza ampiamente l’eredità risorgimentale e mazziniana delle prime forme di organizzazione e stampa del nascente proletariato italiano.
Il volume offre alcuni approfondimenti anche sulla condizione lavorativa femminile, spunti utili a comprendere la più ampia questione di genere nell’ambito della storia del lavoro, affrontata soprattutto a partire da alcuni studi specifici, come quelli di Alessandra Pescarolo.
L'attenzione alla dimensione della rappresentazione mostrata dai due autori aiuta a connettere la dimensione fenomenica del lavoro, nella sua materialità e nelle forme di rappresentanza, alle narrazioni che plasmano l'immaginario e il dibattito pubblico, dai documentari propagandistici del fascismo al cinema che dipinge il lavoro operaio negli anni del boom.
Il volume costituisce un utile strumento per immergersi nella storia italiana a partire dalla prospettiva e centralità del lavoro, lo stile fluido e la prosa chiara rendono la lettura adatta ad un pubblico ampio e differenziato.