VIII, 2025/1

Francesca Lessa

The Condor Trials

Review by: Gennaro Carotenuto

Authors: Francesca Lessa
Title: The Condor Trials. Transnational Repression and Human Rights in South America
Place: New Haven
Publisher: Yale University Press
Year: 2022
ISBN: 9780300254099
URL: link to the title

Reviewer Gennaro Carotenuto - Università di Macerata

Citation
G. Carotenuto, review of Francesca Lessa, The Condor Trials. Transnational Repression and Human Rights in South America, New Haven, Yale University Press, 2022, in: ARO, VIII, 2025, 1, URL https://127.0.0.1/issues/2025/1/the-condor-trials-gennaro-carotenuto/

PDF

Il saggio di Francesca Lessa, che attualmente insegna allo University College di Londra, e già  autrice nel 2013 dell’eccellente Memory and Transitional Justice in Argentina and Uruguay: Against Impunity, ci permette di entrare nel profondo in un passaggio fondamentale della transizione alla democrazia nel Cono Sud dell’America Latina tra Novecento e anni Duemila: quello della giustizia di transizione, in particolare per quanto concerne quei particolari crimini che hanno avuto carattere transnazionale, ovvero la collaborazione tra gli apparati del Terrorismo di Stato dei distinti paesi del Continente per scambiare informazioni, sequestrare, torturare, eliminare oppositori politici. A ciò si aggiunga l’incessante spinta della società civile e di come questa abbia col tempo reso possibile che le violazioni dei diritti umani commesse in particolare negli anni Settanta siano infine approdate a processi penali e non alla semplice giustizia riparativa – che pure non è poco – come massima possibilità di riconoscimento delle apocalittiche violazioni dei diritti umani subite durante le dittature civico-militari instaurate nello scacchiere occidentale della Guerra fredda.

Il libro si suddivide in due parti. La prima è sulla repressione transnazionale; la seconda sulla giustizia transnazionale. L’approccio è multidisciplinare alle fonti, usufruendo di fonti d’archivio, di interviste, di quella che possiamo definire etnografia processuale, un ampio spettro di interviste e documenti provenienti dai processi, spesso appena celebrati, come quello di Roma che si conclude in Cassazione solo nel luglio 2021. Lessa, in particolare, si avvale (fa sua) di quella “prospettiva regionale”, un approccio transnazionale oggi ineludibile per lo studio dei diritti umani. Questo è indispensabile per comprendere il fenomeno delle dittature latinoamericane durante la Guerra fredda, delle violazioni dei diritti umani perpetrate, dei movimenti per la difesa degli stessi  diritti umani, della temperie storico-politica che questi hanno contribuito a generare. Una temperie che, nel nostro secolo, ha infine reso possibile la celebrazione di processi che hanno cancellato la vergogna dell’impunità con la quale le dittature avevano lasciato il campo alla restaurazione di regimi democratici, per lo più negli anni Ottanta del Novecento.

La prima parte è una sorta di aggiornamento necessario degli studi sul Piano Condor e le violazioni dei diritti umani perpetrate, delle quali l’autrice è una delle più importanti studiose. Lessa traccia una periodizzazione in cinque fasi. Nella prima studia le connessioni transnazionali tra forze democratiche e rivoluzionarie. Quindi passa a vedere come dal 1969 in avanti si generino sofisticate reti di pratiche repressive allo scopo di eliminare gli oppositori politici, indipendentemente da dove si trovassero fisicamente. La repressione transnazionale mette a tacere, elimina, terrorizza gli oppositori, sia armati che pacifici perfino in Europa e negli USA. Lessa illustra nel dettaglio casi di vittime provenienti da Uruguay, Cile, Brasile, Paraguay, Bolivia e Argentina attraverso le varie fasi. Il Piano Condor costituisce l'apice della repressione transnazionale, la fase più sistematica, istituzionalizzata e centralizzata in cui le violazioni transnazionali dei diritti umani raggiungono il picco tra marzo 1976 e dicembre 1978 per poi, dal 1979 in avanti, iniziare a diminuire.

Ciò che è importante è che, mentre il Terrorismo di Stato si muoveva col massimo della violenza, stavano già sorgendo delle reti coraggiose di denuncia sia a livello nazionale che internazionale di quegli stessi crimini contro l’umanità. Quasi mentre si perpetravano i crimini, esisteva già una rete di attivisti transnazionali per raccogliere le prove necessarie per rivelare quanto stava accadendo ed esigere giustizia. Francesca Lessa definisce tale rete come “transnazionale” per due motivi. Il primo è che è già attiva in molteplici luoghi negli anni Settanta. In secondo luogo, perché negli anni seguenti diversi tribunali e giurisdizioni di numerosi paesi sono state coinvolte per superare l’impunità che stava prevalendo nella regione come patto leonino per la restaurazione dei regimi democratici.

La seconda parte del saggio – la più innovativa, intitolata «Justice for transnational crimes» – esamina quella che possiamo definire un’epopea dei diritti umani. Si trattano gli enormi sforzi, e pericoli, per strutturarsi ed esigere giustizia da parte dei sopravvissuti, dei parenti delle vittime, degli attivisti per i diritti umani e dei professionisti legali nel garantire che gli autori fossero ritenuti responsabili. Nel sesto capitolo, che apre tale seconda parte, e poi nei successivi, l’autrice fornisce un quadro analitico innovativo di quelli che chiama «justice seekers», cercatori di giustizia, su come si muovono già negli anni Settanta, la difficoltà a inquadrare giuridicamente l’extraterritorialità delle violazioni di diritti umani, e come, ancora nel Ventesimo secolo, si sia cercato di eludere l’impunità, in particolare intorno al dittatore cileno Augusto Pinochet, prima e dopo l’arresto e i 503 giorni a Londra nel 1998, i tentativi di far decadere la Ley de Caducidad (della pretesa punitiva dello Stato) in Uruguay e altri casi concernenti il Piano Condor del quale all’epoca l’opinione pubblica mainstream negava ancora l’esistenza. Infine, i capitoli finali esaminano quelli che Lessa chiama «i grandi processi contro il Condor», in particolare quelli di Buenos Aires e quello di Roma e quali lezioni fondamentali per l’accountability delle violazioni dei diritti umani nel mondo siano state apprese dalla lunga ricerca di giustizia per il Condor stesso.

In conclusione, il lavoro di Francesca Lessa ci mostra in maniera convincente come le reti di “cercatori di giustizia” si siano gradualmente materializzate e abbiano effettivamente trasceso i confini nazionali per ottenere verità e giustizia per le vittime del Condor. The Condor Trials esplora così il passato e il presente del Cono Sud dell’America Latina facendo luce su lotte spesso ancora in corso o che potrebbero dover ancora alzare la voce, come rischia di accadere nell’Argentina di Javier Milei e della sua lugubre vice, Victoria Villarruel, scelta perché espressione della “famiglia militare” e che lavora incessantemente all’indulto per i violatori dei diritti umani. Se Francesca Lessa titolava il suo saggio del 2013 Against Impunity, contro l’impunità, mi permetto di aggiungere lo slogan più paradigmatico della richiesta di verità e giustizia in America Latina: «Nunca más», mai più.

Subscribe to our newsletter

Partners