VII, 2024/2

Georg Neuhauser, Elena Taddei (eds.)

Rohstoffe – Menschen – Wissen

Review by: Andrea Pojer

Editors: Georg Neuhauser, Elena Taddei
Title: Rohstoffe – Menschen – Wissen. Einblicke in die Ressourcengeschichte des historischen Tirols
Place: Innsbruck
Publisher: Innsbruck University Press
Year: 2024
ISBN: 978-3-99106-113-7
URL: link to the title

Reviewer Andrea Pojer - Università di Trento | FBK-ISIG

Citation
A. Pojer, review of Georg Neuhauser, Elena Taddei (eds.), Rohstoffe – Menschen – Wissen. Einblicke in die Ressourcengeschichte des historischen Tirols, Innsbruck, Innsbruck University Press, 2024, in: ARO, VII, 2024, 2, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2024/2/rohstoffe-menschen-wissen-andrea-pojer/

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Risorsa è il concetto chiave attorno al quale si sviluppa il 35esimo volume delle «Innsbrucker Historische Studien», edito da Georg Neuhauser e Elena Taddei. Si tratta di un termine quanto mai attuale nel dibattito contemporaneo che, come viene ricordato nell’introduzione, trae molta della sua forza e versatilità non soltanto da una lunga tradizione storica, ma anche dall’ampio ventaglio di stratificazioni semantiche che ne hanno caratterizzato l’evoluzione linguistica. In particolar modo tre dimensioni semantiche formano i fili conduttori attorno ai quali si sviluppa il volume: le materie prime (Rohstoffe), il sapere (Wissen) e l’essere umano (Menschen). L’orizzonte d’indagine non si limita, dunque, a una concezione materiale delle risorse, intese come materie prime, ma abbraccia anche il sapere di cui si serve l’ingegno umano per ottimizzarle e valorizzarle. Considerando come risorse a sé stanti sia il sapere che l’essere umano (basti pensare al termine tedesco “Humanressourcen” o quello inglese “human resources”) gli editori ampliano ulteriormente il ventaglio d’indagine attorno al quale si sviluppano i 14 saggi che abbracciano un arco cronologico che va dal XIII al lungo secolo XIX.

Alcuni testi si dedicano in maniera approfondita soltanto a una di queste tre macro-aree semantiche, altri, in particolare quelli dei curatori, sono invece trapuntati da innumerevoli declinazioni del concetto di risorsa, riuscendo così a metterne in luce tutto il potenziale euristico. Il saggio di Florian Ambach ed Elena Taddei analizza la produzione serica ad Ala durante l’età moderna, indagando le premesse e le conflittualità legate all’utilizzo delle risorse sia materiali che immateriali. Le prime comprendono i bachi da seta e i gelsi, la cui coltivazione andò a scapito dell’economia boschiva, ma anche l’acqua necessaria ad alimentare i macchinari che permisero ad Ala di raggiungere una produzione proto-industriale. Tra le risorse immateriali, invece, figurano da un lato il sapere tecnico-professionale, necessario alla coltura e alla elaborazione dei bachi, dall’altro una fitta rete di relazioni socio-familiari volte a garantire la continuità generazionale delle imprese, la loro stabilità economica, l’accesso alle indispensabili risorse comunitarie e la distribuzione commerciale del prodotto finale.

Altrettanto ricche sono le riflessioni contenute nei due saggi dedicati al legno quale risorsa combustibile chiave delle società premoderne. Tobias Pamer e Andreas Maier analizzano varie tipologie di sfruttamento boschivo e in particolar modo le politiche gestionali adottate dal governo tirolese per garantire una crescente disponibilità di legname, indispensabile per alimentare le fornaci della salina di Hall e massimizzare la produzione di sale. Georg Neuhauser, invece, sposta l’attenzione sul sapere necessario al taglio e al trasporto del legname che avveniva tramite una sapiente gestione delle pratiche di fluitazione. Proprio questa profonda specializzazione rese la manodopera tirolese apprezzata e ambita anche all’estero.

Particolare attenzione meritano anche le riflessioni attorno alla dimensione immateriale delle risorse. Stephan Nicolussi-Köhler, che nel suo saggio analizza il sistema creditizio tirolese attorno alla fondazione di diversi banchi di pegno durante il XIII e XIV secolo, espone in maniera convincente come le pratiche creditizie, basate sulla disponibilità di un know-how finanziario, rappresentarono un’importante risorsa economica per i vari livelli della società. Altrettanto diversificate sono le chiavi di lettura presentate da Maximiliam Gröber nel suo saggio sulla costruzione di alcuni tratti di rete ferroviaria nell’Arlberg e in Valsugana. I cantieri ferroviari rappresentarono un’importante risorsa lavorativa per un ampio numero di operai itineranti specializzati, di gran parte di provenienza trentina. Al contempo la ferrovia costituì un'importante risorsa collettiva per l’economia e la mobilità, riducendo il divario tra centro e periferia.

Alla vastità di tematiche e risorse affrontate fa da contrappeso una cornice spaziale circoscritta alla regione del Tirolo storico, corrispondente all’attuale Euregio, ovvero al Tirolo austriaco, all’Alto Adige/Südtirol e al Trentino. Pur essendo la maggior parte dei saggi incentrati su casi di studio localizzati nell’attuale Tirolo austriaco, il volume riesce comunque ad aprire l’orizzonte ai territori dell’Euregio posti a sud del Brennero. Ciò avviene attraverso diverse metodologie: adottando un approccio d’indagine comparativo, indagando le politiche del governo centrale (in parte attraverso l’utilizzo degli amplissimi fondi del Tiroler Landesarchiv di Innsbruck) oppure analizzando fenomeni di portata regionale, si potrebbe dire transfrontalieri. Su quest’ultimi si concentrano i già accennati saggi di Stephan Nicolussi-Köhler e Maximilian Gröber, ma anche quello di Alessandra Quaranta sui medici di corte asburgici in età moderna, in gran parte di provenienza trentina, e quello di Sebastian De Pretto sulla diffusione dell’elettricità e sullo sfruttamento dell’energia idroelettrica in Tirolo a cavallo tra Otto e Novecento.

Complessivamente, il volume enipontano presenta un ampio spettro di riflessioni che indagano la disponibilità, la diffusione, lo sfruttamento, l’ottimizzazione, l’accessibilità e il controllo di varie tipologie di risorse. Pur risentendo alcuni saggi di una scarsa ricezione della produzione storiografica di lingua italiana, soprattutto sulla storia forestale[1], la raccolta rappresenta un importante contributo e impulso per rafforzare l’impegno verso una storia regionale transfrontaliera. Nel loro insieme, infatti, i contributi presentati riescono a mettere efficacemente in luce la flessibilità e il potenziale euristico del concetto di risorsa che, grazie alle sue stratificazione semantiche, offre innumerevoli chiavi d’analisi, adottabili per una moltitudine di tematiche diverse.

 

[1] Ricordo in particolare alcuni degli studi di Mauro Nequirito e Katia Occhi: M. Nequirito, La montagna condivisa. L’utilizzo collettivo dei boschi e dei pascoli in Trentino dalle riforme settecentesche al primo Novecento, Milano, Giuffrè, 2010; K. Occhi, La ricchezza della natura: risorse forestali e scambi nelle Alpi orientali della prima età moderna, in A. Dattero (ed.), Il bosco. Biodiversità, diritti e culture dal medioevo al nostro tempo, Roma, Viella, 2022, pp. 55-72; C. Lorenzini - K. Occhi, La gestione delle risorse boschive nelle Alpi orientali. Le imprese e i loro ruoli (secoli XVI-XVIII), in «Imprese e Storia», 45, 2022, pp. 76-106.

 

 

 

 

 

 

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