VI, 2023/3

Camilla Russell

Being a Jesuit in Renaissance Italy

Review by: Alessandro Corsi

Authors: Camilla Russell
Title: Being a Jesuit in Renaissance Italy. Biographical Writing in the Early Global Age
Place: Cambridge MA
Publisher: Harvard University Press
Year: 2022
ISBN: 9780674261129
URL: link to the title

Reviewer Alessandro Corsi - Institute for Advanced Jesuit Studies - Boston College

Citation
A. Corsi, review of Camilla Russell, Being a Jesuit in Renaissance Italy. Biographical Writing in the Early Global Age, Cambridge MA, Harvard University Press, 2022, in: ARO, VI, 2023, 3, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2023/3/being-a-jesuit-in-renaissance-italy-alessandro-corsi/

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La storia della Compagnia di Gesù in età moderna ha registrato un considerevole aumento di interesse da parte della comunità scientifica nel corso degli ultimi due decenni.[1] A favorire la promozione delle ricerche nell’ambito dei Jesuit Studies ha contribuito indubbiamente la consistenza delle fonti disponibili presso l’Archivum Romanum Societatis Iesu, che nel caso del presente volume rappresentano il fulcro argomentativo a partire dal quale l’autrice ricostruisce la parabola biografica di un ideale gesuita appartenente all’Assistentia Italiae nel primo secolo di vita della famiglia religiosa. Fruendo di una selezione ragionata delle diverse tipologie documentarie confluite nell’istituto conservativo centralizzato della Compagnia, il lettore è introdotto alla prospettiva esistenziale che si apriva per tutti coloro che decidevano di aderire allo stile di vita proposto da Ignazio a cavallo tra la seconda metà del XVI e gli inizi del XVII secolo, potendo osservare il fenomeno attraverso il prisma costituito dal florilegio di storie di gesuiti, più o meno noti, menzionati all’interno del testo.

I capitoli, cinque, di cui si compone il volume corrispondono ai momenti fondamentali nella vita di un membro della Compagnia individuati da Russell nelle premesse. Il primo descrive la vocazione e l’accesso in noviziato. Le tappe di avvicinamento da parte del candidato alla scelta di abbandonare il secolo sono ripercorse attraverso la lettura dei documenti programmatici che consentono di dare contezza delle modalità di ammissione presso il noviziato romano di Sant’Andrea al Quirinale e delle progressive probazioni, che ciascun aspirante doveva affrontare in base a quanto stabilito dall’Esame Generale e dalle Costituzioni.

Analizzare origine ed emersione nella coscienza del desiderio missionario verso le Indie rappresenta il cuore del secondo capitolo, in cui l’autrice, dopo aver esposto i primi tentativi da parte della Compagnia di intraprendere e organizzare le missioni lontano dal continente europeo sotto i generalati di Mercuriano e Acquaviva, si sofferma nella descrizione dei meccanismi per la petitio individuale, attraverso l’incursione nel patrimonio di Litterae indipetae noto alla critica storiografica[2] e della documentazione prodotta per il vaglio dei candidati. La scelta operata sulle fonti consente così sia di apprezzare la prospettiva del richiedente, sia i sistemi regolatori che muovevano i gangli amministrativi centralizzati della Compagnia convergenti sulla figura del generale, da cui dipendevano in definitiva le sorti degli aspiranti indiani.

Un’eventuale risposta positiva da parte del vertice dell’ordine si traduceva, nella maggior parte dei casi, nella partenza verso località esotiche poste alle estremità del planisfero. Il viaggio e le vicissitudini degli indiani vengono descritti nel capitolo terzo. La selezione mirata di exempla consente al lettore di orientarsi all’interno della vasta produzione scientifica di cui si compone questo peculiare campo di ricerca. Il focus è rivolto in particolare all’Oriente, e nello specifico alla Cina del tardo XVI secolo, raccontata attraverso le vicende di Giulio Aleni, Niccolò Longobardo, Francesco Sambiasi, Sabatino de Ursis e Alfonso Vagnone. Partendo dalla loro esperienza, Russell avanza una ricognizione delle stazioni intermedie necessarie a raggiungere le comunità gesuitiche più remote, delle modalità di comunicazione con i confratelli rimasti in Europa, attraverso l’analisi degli epistolari dei missionari e le relazioni descrittive delle località raggiunte, e delle difficoltà incontrate nel corso dell’evangelizzazione, prima fra tutte l’apprendimento delle lingue locali e la traduzione dei testi sacri.

La maggior parte dei confratelli, ricorda opportunamente l’autrice, era tuttavia destinata a rimanere entro i confini della penisola. Il quarto capitolo è dedicato alle carriere di coloro che non salpavano verso luoghi remoti, ma che declinavano il termine missione impegnandosi nelle attività spirituali e materiali che coinvolgevano la Compagnia. Le chiavi di lettura per accedere al sostrato valoriale proprio dell’intendere gesuitico e per comprendere i criteri di gestione delle risorse umane in base ai differenti ingegni sono ancora una volta desunte dai testi fondamentali, ossia le Costituzioni, l’Examen e gli Esercizi Spirituali. Allo stesso tempo, il lettore è introdotto alla conoscenza delle fonti d’archivio funzionali allo studio sistematico della vita all’interno delle comunità gesuitiche, ossia i cosiddetti cataloghi triennali – un censimento regolare del personale e delle finanze degli insediamenti – e i diversi epistolari, costituitisi nel tempo sul modello suggerito dal fondatore e dal suo segretario, Juan Alfonso de Polanco.

Due erano infine le vie con cui poteva concludersi la vita in religione: la morte, momento in cui si poteva esprimere al meglio l’identità collettiva dell’ordine attraverso il raccoglimento in preghiera per commemorare i confratelli defunti, o l’abbandono dell’abito. Tali occorrenze, unite a una ricognizione ad ampio spettro sul genere letterario delle biografie gesuite composta attraverso la lente della vita di Giovanni Battista Eliano, corrispondono ai paragrafi conclusivi del libro all’interno del capitolo sesto. Il volto umano delle stime quantitative relative ai dimissi è reso attraverso le storie di gesuiti meno noti, quali Giovanni Giorgio Scalpiccia, Salvatore Castelano, Giovanni d’Ama, Giovanni Pietro Massario, Enea Ferrarese, Luca Micalopoli, Leonardo Catania, Alessandro Fioravanti e Giovanni Dolf, e completato dalla presentazione del topos letterario delle morti disonorevoli dei disertori occorse ad alcuni dei fuoriusciti, come Ignazio Vergili, Giovanni Cola Rossi e Cristiano Sassone.

Solido dal punto di vista metodologico, anche grazie a una chirurgica introduzione in cui sono definiti puntualmente i limiti d’azione del testo e le semplificazioni operate al fine di raggiungere un’immagine d’insieme equilibrata ed omogenea, il volume disvela il mondo dei Jesuit Studies al grande pubblico, iniziandolo al vocabolario gesuitico ed esplicando, a seconda delle necessità, tutti i vincoli burocratici, gli usi e le consuetudini, cui un gesuita dell’epoca era chiamato ad aderire per poter vivere secondo la regola. L’impianto narrativo dell’opera rappresenta un tentativo efficace di riassumere gli aggiornamenti storiografici recenti con incursioni archivistiche mirate, che risultano funzionali a restituire la varietà e la profondità della storia della Compagnia nell’arco cronologico considerato. Nonostante l’inevitabile sintesi richiesta da una materia così ampia e complessa, Russel rinuncia a facili schematismi e letture ideologiche delineando, laddove necessario, i contorni del dibattito scientifico retrostante ai singoli argomenti trattati. Tale operazione consente di avere tra le mani uno strumento utile per tutti coloro che si avvicinano al mondo dei Jesuit Studies, capace di suggerire al contempo una prospettiva storiografica fresca e accattivante che si presta a future applicazioni e approfondimenti su cluster specifici di gesuiti meno presenti all’interno del testo, quali docenti, coadiutori temporali e spirituali.

 

[1] Vedi John W. O’Malley, S.J. "Past, Present, and Future of Jesuit Studies: Historiographical Thoughts," Journal of Jesuit Studies 5, 4 (2018): 501-10, doi: https://doi.org/10.1163/22141332-00504001.

[2] Per una bibliografia complessiva, si veda https://indipetae.bc.edu/bibliography.

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