VI, 2023/2

Giancarlo Petrella

Scrivere sui libri

Review by: Pierfilippo Saviotti

Authors: Giancarlo Petrella
Title: Scrivere sui libri. Breve guida al libro a stampa postillato
Place: Roma
Publisher: Salerno Editrice
Year: 2022
ISBN: 9788869736766
URL: link to the title

Reviewer Pierfilippo Saviotti - Università Cattolica Milano

Citation
P. Saviotti, review of Giancarlo Petrella, Scrivere sui libri. Breve guida al libro a stampa postillato, Roma, Salerno Editrice, 2022, in: ARO, VI, 2023, 2, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2023/2/scrivere-sui-libri-saviotti-pierfilippo/

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Nel 1997, il libraio antiquario Bernhard Rosenthal pubblicò il catalogo della collezione di 242 libri a stampa cinquecenteschi con postille manoscritte raccolti negli anni con pazienza e devozione, successivamente acquistata en bloc dalla Beinecke Library dell’Università di Yale, dove è conservata ancora oggi.[1] Nella sua breve prefazione al catalogo, Rosenthal scrive: «[…] But early printed books stained with occasional fingerprints of a fifteenth-century pressman, or filled with scribblings by a contemporary student, or still hanging by a thread in their original limp vellum covers battered by constant use, did not have the same appeal to the bibliophiles as the flawless, virginal copy».[2] Le parole del libraio mettono in luce quanto il genere dei postillati (ovvero i libri con annotazioni manoscritte di diversa natura) sia stato per anni considerato, almeno nel mondo del collezionismo a causa di quegli interventi d’inchiostro che in qualche modo deturpavano la purezza del volume intonso, come una tipologia libraria di scarso se non nullo valore. La lungimiranza di Rosenthal – supportata, per sua stessa ammissione, da una iniziale carenza di fondi che lo costrinse ad avviare l’attività acquistando libri a costo moderato – lo portò dunque a costituire una delle più importanti collezioni di libri a stampa postillati e, a distanza di anni, a vederne ripagati gli sforzi grazie a una loro decisa rivalutazione. Se le prime intuizioni di un potenziale valore bibliofilico degli esemplari postillati si devono, a cavallo tra XIX e XX secolo, ai librai Leo S. Olschki e Tammaro De Marinis, la vera svolta fu probabilmente avvertita al tramonto del ’900 quando Robin Altson pubblicò il catalogo di circa 25.000 volumi con annotazioni manoscritte conservati presso la British Library di Londra.[3] In quell’occasione fu Giuseppe Frasso a comprendere per primo la rilevanza del lavoro di Altson, non tanto da un punto di vista bibliofilico – che fu una conseguenza –, quanto da quello filologico. Nella sua recensione del catalogo per la rivista «Aevum»,[4] Frasso – a cui si deve la paternità dell’espressione postillati – propose alcune riflessioni di metodo che divennero le solide basi di una successiva tradizione di studi, da anni compiuti fruttuosamente anche dall’autore del presente volume: basti qui citare il più recente dedicato all’analisi della collezione scientifica di Carlo Viganò, definito da Petrella «uno studioso con la matita in mano».[5] Scrivere sui libri è quindi diviso in due sezioni principali. La prima (Storia di un genere, pp. 19-64) ricostruisce le vicende che hanno permesso ai libri a stampa postillati di transitare da tipologia libraria snobbata da studiosi e collezionisti a genere degno di considerazione sia bibliografico-filologica che bibliofilica. Quindi dalle «inutili scritture che spesso deformano gli ottimi libri», fino alle prime intuizioni di Olschki e De Marinis e alla definitiva consacrazione conferita dai cataloghi prima citati con le conseguenti considerazioni di Frasso, nonché al più recente progetto oxfordiano Material Evidence in Incunabula (MEI) che ha l’obiettivo di rilevare tutti i dati di esemplare (comprese, quindi, le postille) dei libri a stampa del XV secolo, i quali confluiscono successivamente in un database collegato all’ISTC della British Library. La seconda parte (Tipologia di un genere, pp. 65-260), è a sua volta divisa in due capitoli, Il possesso del libro e Le tracce dei lettori. Per quanto riguarda le note di possesso, l’autore propone una vasta casistica di segni che certificano la provenienza degli esemplari. Esistono quindi annotazioni brevi e semplici che si limitano a dichiarare, in maniera più o meno esplicita, il possessore del libro o particolari occasioni di prestiti o addirittura condivisioni di volumi all’interno di una, solitamente ristretta, cerchia di personaggi legati tra loro da vincoli di parentela, amicizia o di comuni interessi culturali, nonché l’appartenenza dei libri a specifiche biblioteche conventuali, fondamentali per ricostruire la costituzione e la consistenza originaria di tali raccolte disperse dopo la soppressione degli ordini religiosi. Ci sono però anche esempi di note più articolate che indicano di volta in volta lasciti, doni, dati d’acquisto. Tra questi, particolarmente preziose sono le tracce di personaggi direttamente coinvolti nella stampa delle edizioni, che su particolari esemplari di tale tiratura annotano dati oggi necessari per l’esatta ricostruzione delle vicende legate alla loro produzione, come per esempio le indicazioni di date che permettono di collocare cronologicamente in maniera esatta la stampa di un’edizione. Un’altra preziosa categoria di postille è invece quella dei marginalia annotati dai lettori che, più delle precedenti, danno informazioni più certe sull’effettivo uso e sulle modalità di fruizione del libro nel corso del tempo e fanno sì che, in questo caso, il protagonista sia proprio il loro artefice, e non l’autore o il contenuto testuale. Anche in questo caso sono moltissimi ed eterogenei gli esempi di segni manoscritti ascrivibili alla categoria di postilla. Si va dai più semplici interventi di correzione dei refusi o di inserimento di dettagli che in qualche modo rendessero più agile la lettura, come punteggiatura o elementi di prosodia, fino a note più strutturate di commento, talvolta critica, a singoli passaggi del testo. Ci sono poi anche esempi molto particolari che non sempre hanno un riferimento diretto con il testo, ma che fanno del libro un mero oggetto utile a registrare un evento o un’informazione al di fuori del contesto di studio o lettura; ecco quindi l’indicazione di nascite, morti, eventi familiari posti ai margini delle pagine, quasi come se la loro presenza nel volume potesse in qualche modo fissarne la memoria nel tempo. Non mancano inoltre annotazioni di avvenimenti storici o vicende dell’attualità che il postillatore ha vissuto o sta vivendo nell’esatto momento in cui interviene con la penna, ma anche note di natura più pratica come ricette alimentari, indicazioni mediche o semplici calcoli di contabilità familiare. Infine, si trovano anche interventi censori per cancellare singole parole, frasi, intere porzioni di testo o parti di illustrazioni impedendone di fatto la lettura. Una sorta di «contro-postillati», spesso da imputare non tanto al singolo lettore, quanto a censori di professione. Al contrario, si registrano anche interventi figurativi, in particolare nei libri di argomento tecnico-scientifico, ma anche disegni di natura più o meno scabrosa da parte di lettori più irriverenti. Scrivere sui libri è dunque uno strumento utile rivolto principalmente a studenti universitari, dottorandi, ma anche bibliotecari e appassionati che compiono i primi passi nel mondo dei postillati e che compendia in maniera strutturata le ricerche su questa tipologia libraria che interessa da vicino tanto gli studiosi (secondo un approccio necessariamente pluridisciplinare) quanto i collezionisti e gli antiquari. In conclusione, una sezione di tavole raffiguranti 33 esempi di interventi manoscritti e un indispensabile apparato di indici (pp. 263-288): dei nomi, degli esemplari postillati e delle illustrazioni.

 

[1] B. M. Rosenthal, The Rosenthal Collection of Printed Books with Manuscript Annotations. A Catalog of 242 editions mostly before 1600 annotated by contemporary or near-contemporary readers, New Haven, Yale University, 1997.

[2] B. M. Rosenthal, Preface, in The Rosenthal Collection, pp. 9-13: 9.

[3] R. C. Alston, Books with manuscript. A Short Title Catalogue of Books with Manuscript Notes in the British Library, London, The British Library, 1994.

[4] G. Frasso, Libri a stampa postillati. Riflessioni suggerite da un catalogo, «Aevum», LXIX/3, pp. 617-640, Milano, 1995.

[5] G. Petrella, «Ne’ miei dolci studi m’acqueto». La collezione di storia della scienza Carlo Viganò, Firenze, Olschki, 2020.

 

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