Reviewer Flavia Tudini
CitationLo studio delle relaciones de sucesos ha conosciuto negli ultimi anni un sempre maggiore interesse, venendo declinato all’interno di studi letterari, filologici, linguistici e storici, che ne hanno messo in luce l’importanza come fonti per indagare non solo gli avvenimenti ma anche le connessioni tra diversi canali di informazione pubblica nella prima età moderna (p.13). In questo contesto, un elemento importante nell’immaginario culturale e religioso della popolazione europea e americana del Siglo de Oro risultano essere i disastri di origine naturale, le cui narrazioni coeve rispondevano da un lato a una volontà informativa proto-giornalistica e dall’altro alla ricerca di un significato di un evento incomprensibile, se non all’interno di uno schema interpretativo di carattere religioso. All’interno di questo filone di studi si inserisce il progetto europeo «Disasters, Communication and Politics in Southwestern Europe. The Making of Emergency Response Policies in the Early Modern Age» (DisComPoSE) diretto da Domenico Cecere. L’intento del progetto è studiare le connessioni tra la circolazione di informazioni sui disastri naturali, la loro elaborazione e lo sviluppo delle politiche di gestione delle emergenze all’interno dei territori della Monarchia spagnola tra XVI e XVIII secolo e come la loro interpretazione abbia influenzato l’evoluzione del contesto culturale[1].
In questo ambito si inserisce il bel libro di Gennaro Schiano, che analizza la narrazione delle catastrofi naturali all’interno delle relaciones de sucesos tra XVI e XVII secolo, in quanto mezzi culturali che definiscono le forme di percezione delle calamità, attribuendo ad essa un significato a partire dalle caratteristiche delle narrazioni proto-giornalistiche, del loro quadro stilistico-retorico e con le loro relazioni con altri generi letterari coevi. Lo studio, infatti, prende le mosse dalle caratteristiche delle relaciones come mezzi culturali che uniscono al loro interno un carattere informativo e narrativo (p.14). Benché siano presenti riferimenti puntuali al tessuto socio-culturale dell’epoca studiata, il libro non intende essere uno studio dal carattere eminentemente storico, ma presenta un’approfondita analisi di critica testuale e letteraria, in dialogo con gli studi filologici dei testi a stampa e con la storia del libro. Rinunciando a una prospettiva più ampia sulle relazioni dei disastri, Schiano utilizza tre casi di studio e le diverse relazioni che hanno generato: le inondazioni di Salamanca e Siviglia del 1626, l’eruzione del Vesuvio del 1631 e il terremoto dell’Andalusia del 1680. Alla base di questa scelta vi sono solide motivazioni metodologiche. In primo luogo, lo studio di diverse testimonianze di un dato avvenimento permette la ricostruzione delle dinamiche di diffusione delle notizie e della pubblicazione a stampa. In secondo luogo, questa prospettiva permette di ricostruire con attenzione i fatti e analizzare come vengano rappresentati nelle distinte relazioni, mettendo in luce i diversi livelli di narrazione. Infine, permette di definire il contesto di fondo, superando la prospettiva – mai neutra – del narratore (p.16). In questo modo l’autore intende approfondire l’analisi dei testi, isolando gli elementi comuni della circolazione di notizie sui disastri.
Il volume si compone di tre sezioni. La prima fornisce al lettore una prospettiva generale delle relaciones de sucesos, a partire dalla circolazione delle informazioni e dalle condizioni sociali e culturali che portarono alla costruzione di una «red mediática» in cui convivevano diversi canali di diffusione e come l’apparizione del genere editoriale proto-giornalistico si leghi a un’inedita permeabilità tra informazione pubblica e privata (p. 17). In questo contesto vengono anche messe in luce come le «pamphlet news» possano essere considerate quale migliore espressione dei modi di diffusione e dei topoi della «literatura de cordel», mettendo in luce come le relaciones divengano un genere editoriale di ampia diffusione. Infine, vengono fornite le coordinate delle narrazioni di catastrofi nel Siglo de Oro, evidenziando lo sviluppo di forme inedite di storytelling, che vogliono informare il pubblico, narrare l’avvenimento e celebrare le operazioni di soccorso delle popolazioni coinvolte. La seconda sezione del libro presenta i tre casi di studio presi in considerazione, le inondazioni che sommersero le città di Salamanca e Siviglia nel 1626, l’eruzione del Vesuvio del 1631 e il terremoto in Andalusia del 1680. Schiano ne giustifica la scelta per la loro rappresentatività, trattandosi di catastrofi di origine naturale che ebbero un notevole impatto nell’immaginario della società e che furono l’oggetto di numerose notizie. Inoltre, le relaciones su questi disastri vengono poste in dialogo con alcuni documenti ufficiali, permettendone quindi un’analisi approfondita attraverso diverse prospettive. È poi possibile osservare come i tre casi di studio abbiano anche caratteristiche editoriali, morfologiche e tematiche comuni, che permettono di estrapolare norme generali assumibili alle relazioni di catastrofi. La terza sezione del volume è invece composta a sua volta da tre diverse appendici, che riportano rispettivamente: l’edizione moderna delle relazioni prese in considerazione nella seconda sezione, il catalogo di tutte le edizioni citate e una selezione di immagini.
Andando oltre gli studi dedicati a corpora di relazioni di una stessa tipologia e gli intenti di catalogazione, il libro assume una grande rilevanza storiografica e di critica letteraria, fornendo un importante apporto agli studi sulla circolazione delle notizie in età moderna e sul genere delle relaciones de sucesos, presentate realmente come «fuentes históricas caudalosas para indagar las conexiones entre los distintos canales de la información pública» (p. 13).
[1] «Disasters, Communication and Politics in Southwestern Europe. The Making of Emergency Response Policies in the Early Modern Age» (DisComPoSE): http://discompose.unina.it.