VI, 2023/1

Bruna Conconi

Quel che resta di un naufragio

Review by: Massimo Scandola

Authors: Bruna Conconi
Title: Quel che resta di un naufragio. Le edizioni cinque-seicentesche delle opere di Pietro Aretino nelle biblioteche di Francia
Place: Genève
Publisher: Droz
Year: 2021
ISBN: 9782600062732
URL: link to the title

Reviewer Massimo Scandola - Université de Tours

Citation
M. Scandola, review of Bruna Conconi, Quel che resta di un naufragio. Le edizioni cinque-seicentesche delle opere di Pietro Aretino nelle biblioteche di Francia, Genève, Droz, 2021, in: ARO, VI, 2023, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2023/1/quel-che-resta-di-un-naufragio-massimo-scandola/

PDF

L’accurato repertorio proposto da Bruna Conconi alle comunità di studiosi di letteratura italiana e francese del Rinascimento e di storia del libro e della lettura è l’approdo scientifico di un «lungo viaggio durato almeno una quindicina d’anni», che ha portato alla realizzazione di uno strumento di ricerca fondamentale, capace di gettare un raggio di luce nel bel mezzo dei 464 esemplari dell’opera di Pietro Aretino conservati nelle biblioteche pubbliche francesi.

Come ricorda Jean Balsamo nella Prefazione, le linee generali del progetto di ricerca sono state descritte nel contributo Pietro Aretino nelle biblioteche di Francia, presentato alla giornata di studi dedicata alla memoria di Michel Simonin all’Università di Verona (2010).

Nel corso di questo decennio ha preso forma quest’opera, che si rivela preziosissima per chiunque lavori sulla ricezione della letteratura italiana e dell’edizione italiana in Francia fra Cinquecento e Seicento, spingendosi finanche alla fine dell’Antico Regime e al XIX secolo. In questo segmento della ricerca dedito allo studio dell’italianismo in Francia, sono maturate negli ultimi dieci anni ricerche innovative attente al dato documentario e librario, che hanno permesso di studiare la circolazione e la ricezione dei saperi scientifici e tecnici, dei generi letterari e del pensiero politico e religioso italiano da un versante all’altro delle Alpi.

Gli esiti della ricerca messa in campo da Bruna Conconi correggono quella percezione di «naufragio» – circa l’esiguo numero delle opere di Pietro Aretino – , registrata da Amedeo Quondam all’inizio degli anni Novanta nelle biblioteche italiane (1995).

Dalle ricerche realizzate nelle biblioteche pubbliche francesi da Bruna Conconi, si rilevano ben 138 edizioni in italiano pubblicate in Italia e fuori d’Italia fra XVI e XVII secolo e 19 edizioni in francese delle opere di Pietro Aretino. Questo dato rappresenta una novità nella storia della ricezione fuori d’Italia del poligrafo veneziano del Cinquecento italiano.

L’opera, preceduta da una prefazione di Jean Balsamo, profondo conoscitore della ricezione della cultura italiana in Francia, propone, dapprima, un focus particolareggiato sul patrimonio francese. Dalle biblioteche di Parigi, la ricerca prende il largo per lambire tutti quei centri di conservazione (come Aix-en-Provence, Nancy, Besançon, Albi e La Rochelle) ove la Base Patrimoine del Catalogue Collectif de France registra anche un solo esemplare. Poi, l’introduzione è chiusa da un «epilogo» dedicato alla presenza più o meno controversa e spesso celata della produzione aretiniana nei catalogues des ventes di Seicento e Settecento.

L’autrice, inoltre, nel suo studio introduttivo mette in luce tutti i punti critici con i quali ogni studioso che lavora con le fonti documentarie (e in particolare librarie) è chiamato a confrontarsi. Si annoverano tra queste discrepanze: i ‘silenzi’ dei cataloghi delle biblioteche dinanzi a evidenti presenze nei fondi librari delle stesse; a questi si aggiungano i libri ‘mancanti’ ma registrati nei cataloghi, gli errori di trascrizione riscontrati negli inventari e quelli invece legati alla tradizione di un esemplare rispetto a un altro, o addirittura di un’opera rispetto a un’altra.

Il repertorio si presenta diviso in due parti: la prima sezione riguarda le edizioni in lingua originale, la seconda invece è dedicata alle traduzioni francesi. Le schede descrittive rispecchiano tutti i caratteri metodologici delle scienze bibliografiche e si rivelano essere un ottimo strumento di consultazione scientifica: tanto per la struttura, quanto per l’esaustività analitica delle informazioni registrate.

Nel repertorio, Bruna Conconi ha disvelato un universo librario che si manifesta non come «un quadro fisso, dai contorni netti; ma un’immagine in movimento». Certamente, i possessori di Cinquecento, Seicento e Settecento, ripartiti in modo non così netto fra lettori e, più tardi, collezionisti hanno contribuito a dare forma a quest’immagine. Officiali del regno di Francia, nobili di toga, avvocati del Parlamento, banchieri, agenti commerciali, dame di corte e principesse, ma anche monaci e frati, che con la loro peregrinatio facevano circolare le edizioni di Pietro Aretino fra Francia e Italia. Sono costoro, inseguiti da Bruna Conconi in una biblioteca dopo l’altra, a popolare uno alla volta il mondo brulicante dei lettori e di curieux di Pietro Aretino.

Tra gli elementi scientificamente importanti del repertorio occorre necessariamente annoverare le appendici: non soltanto quelle ‘editoriali’ e ‘librarie’, cioè le tavole dedicate alle edizioni reperite, suddivise per biblioteche e per genere; ma anche le appendici consacrate alle gens du livre. Mi riferisco alle note su librai e rilegatori; e anche alle minuziose liste dei possessori e ai loro profili biografici. Sono costoro i passeurs de culture, ai quali Michel Espagne e Christophe Charle hanno dedicato molte delle loro ricerche.

I numerosi aspetti messi in rilievo in questa sede risultano fondamentali per tutti quegli studiosi che si occupano di storia della lettura e delle biblioteche e che si confrontano quotidianamente con fonti frammentarie, come inventari, liste malscritte da librai, notai o testatori fino ai cataloghi di vendite. Nella ricerca spesso ostinata, ma a volte proficua (come testimonia l’esito del progetto messo in campo da Bruna Conconi), queste tracce (come gli ex-libris) permettono di dare forma all’immagine sfocata dei lettori più o meno alfabetizzati che con mano toccavano, leggevano, studiavano a annotavano i loro libri.

Subscribe to our newsletter

Partners