IV, 2021/1

John Foot

L'Italia e le sue storie

Review by: Andrea Di Michele

Authors: John Foot
Title: L'Italia e le sue storie. 1945-2019
Place: Bari
Publisher: Laterza
Year: 2019
ISBN: 9788858104880
URL: link to the title

Reviewer Andrea Di Michele - Università degli Studi di Bolzano

Citation
A. Di Michele, review of John Foot, L'Italia e le sue storie. 1945-2019, Bari, Laterza, 2019, in: ARO, IV, 2021, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2021/1/litalia-e-le-sue-storie-andrea-di-michele/

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Più che alla comunità degli storici, Il libro di John Foot si rivolge a un pubblico ampio, interessato alle vicende italiane. Uscito dapprima in inglese - rispondendo evidentemente a un interesse per la storia del nostro paese presente nell’area anglosassone – è stato poi meritoriamente tradotto in italiano da Laterza. La traduzione non gli ha tolto la sua leggibilità e scorrevolezza, che gli viene anche dalla scelta di procedere per brevi paragrafi tematici, costruiti talvolta attorno a piccole storie di personaggi ed eventi spesso poco noti, ma indicativi di processi di più ampia portata. Nonostante la gradevolezza della lettura, appare evidente come dietro vi sia una profonda conoscenza della materia e del dibattito storiografico, ma, più in generale, dell’Italia, paese nel quale l’autore ha vissuto e lavorato a lungo.

Il libro si snoda attraverso le principali fasi della storia repubblicana, dall’«anno zero» del 1945, con l’inizio della costruzione del tessuto democratico, alla rutilante fase del boom economico, dalle riforme del centrosinistra alla stagione della contestazione, dai terrorismi di diverso colore al tramonto della Prima Repubblica, dall’avvento di Berlusconi fino al recentissimo esperimento di governo giallo-verde. All’interno di questo lungo racconto vi sono  due fili rossi che regolarmente si scorgono e che corrispondono a due tematiche delle quali Foot si è ampiamente occupato nei suoi lavori precedenti: la questione delle cosiddette «memorie divise» e la storia dello sport. Della prima si era interessato nel volume Fratture d’Italia (Milano 2009), dedicato alle tante guerre della memoria che hanno contraddistinto la storia dell’Italia unita e che, con il loro portato divisivo, continuano ad agire sottotraccia, lacerando il tessuto nazionale. Ne è un esempio la vicenda del processo a Erich Priebke del 1996 – ricostruita diffusamente nel presente libro – capace di riportare alla luce le diverse memorie e interpretazioni delle vicende legate alla strage delle Fosse Ardeatine, all’attentato di via Rasella e più in generale al ruolo e al significato della Resistenza. Di sport, invece, l’autore si era occupato in due monografie dedicate l’una al calcio e l’altra al ciclismo [1]. Lo sport è molto presente anche in questo libro, per la sua stretta connessione con la vita quotidiana, per la sua capacità di creare miti e riti collettivi, di mobilitare masse e di intrecciarsi con la comunicazione politica. Si pensi all’importanza avuta dalle vittorie di Fausto Coppi e Gino Bartali nell’accompagnare il ritorno alla normalità dopo il disastro della Seconda guerra mondiale. Ancora più illuminante il caso della vittoria dell’Italia ai campionati mondiali di calcio del 1982, con milioni di italiani che, incollati al televisore, vissero contemporaneamente la stessa esaltante esperienza collettiva, intelligentemente sfruttata dal presidente della Repubblica Sandro Pertini per rafforzare la sua immagine di «nonno d’Italia» e uomo del popolo.

Il libro è percorso da un altro filo conduttore, così centrale da farne forse la vera cifra interpretativa di questa storia dell’Italia repubblicana, ovvero il tema della crisi. Secondo l’autore, fatta eccezione per il decennio 1955-1965 e per una parte degli anni Ottanta, «per buona parte del dopoguerra il paese ha vissuto all’ombra di una crisi» (p. 374), intesa come crisi economica ma anche quasi sempre politica e persino di sistema. Si tratta di un’interpretazione che a mio avviso esaspera la peculiarità della vicenda italiana, che una comparazione con altri casi europei forse renderebbe meno eccezionale. Anche le più recenti vicende della politica italiana, dal travolgente successo di Berlusconi all’affermarsi di forze sovraniste e antisistema, lungi dall’apparire come segni dell’unicità italiana, sembrano piuttosto elementi che anticipano o imitano tendenze europee ed internazionali. Proprio l’ultima parte del libro, quella che va dalla nascita della «Seconda Repubblica» all’attualità, ci pare la meno riuscita. Il racconto diventa eccessivamente cronachistico, attento a restituire ogni passaggio della vita politica e incapace di fornire una lettura che sia davvero interpretativa. Forse inevitabilmente, l’eccessiva vicinanza temporale con i fatti ricostruiti ha impedito all’autore di leggerli con la necessaria profondità. Altre critiche minori si potrebbero sollevare, come la quasi totale assenza dell’influenza esercitata dal processo di integrazione europea sulle vicende interne italiane, specie durante la fase in cui si è manifestato con maggior forza il «vincolo esterno» europeo in occasione dell’introduzione della moneta unica. Ma sarebbe ingeneroso andare alla ricerca di ciò che manca; in un’opera di sintesi di questo tipo, fatalmente vi sono delle omissioni. Nel complesso, il libro rappresenta un valido strumento di avvicinamento alla recente storia italiana, nonché la dimostrazione di come sia possibile coniugare rigore scientifico e finalità comunicative.

 

[1] J. Foot, Calcio 1898-2007. Storia dello sport che ha fatto l'Italia, Milano, Rizzoli, 2007; stesso autore, Pedalare! La grande avventura del ciclismo italiano, Milano, Rizzoli, 2011.

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