Reviewer Filippo Triola - Università di Bologna
CitationSEGNALAZIONE - È un grande affresco dello stile italiano quello presentato dal giornalista economico e autore televisivo Romano Benini in questo volume. L’Italian style è stato infatti il fattore che più e meglio di altri, secondo Benini, ha contribuito a trainare lo sviluppo dell’economia italiana nell’età contemporanea fornendo al Belpaese quella marcia in più in grado di fargli superare diverse crisi economiche. Qual è quindi l’accezione di stile con cui l’autore ricostruisce quasi tremila anni di produzione economica? Come viene illustrato nell’introduzione, lo stile non è solo un’impronta che lascia un solco e che spiega il nostro modo di pensare ma è innanzitutto una rappresentazione esteriore del carattere interiore (p. 5).
Architettura, arte, artigianato, cibo, design, moda, paesaggio rappresentano allora una chiave per comprendere l’etica, il sistema di valori, in altre parole il carattere di un popolo e di una comunità. L’autore è consapevole che non è semplice definire e cogliere con precisione il carattere di un individuo e soprattutto quello di una collettività e addirittura di una nazione. Come spesso accade, l’attribuzione di determinati caratteri generali costituisce un’operazione che può facilmente scivolare nella costruzione di stereotipi. Benini è consapevole del rischio e afferma chiaramente di non credere in presunte differenze etniche, in primati nazionali morali o di qualsiasi altro tipo. Il popolo italiano del resto, come evidenzia l’autore nel corso dei trentacinque capitoli che ripercorrono lo stile della produzione italiana dagli etruschi a oggi, eredita una cultura che è il frutto di più incroci e mescolanze nel corso dei secoli. È così anche per lo stile italiano: esso sembra essersi costruito e rafforzato attraverso un costante rapporto dialettico con l’«altro» (popoli e culture), non allo scopo di imitarlo, ma per comprenderlo e migliorarsi. Di conseguenza, non vi é alcuna superiorità da contrapporre ad altre nazioni. Ma più che altrove, sostiene l’autore: «l’estetica, lo stile sono in Italia ancora oggi la chiave migliore per comprendere l’etica, il sistema di valori e regole che definisce le scelte di fondo degli italiani» (p. 6).
La storia del «Made in Italy», ovvero della variegata produzione italiana in senso ampio, dall’artigianato al cibo, non attiene soltanto a fattori estetici, ma racchiude un significato etico. L’estetica dello stile italiano non è disgiunta dall’etica. Quest’ultima modella e influenza lo stile di diversi settori produttivi e non solo. Nell’industria manifatturiera tutto ciò ha comportato l’affermazione delle produzioni artigianali, nelle quali «il bello e ben fatto» ha costituito un tratto caratterizzante della loro affermazione e riuscita economica sul mercato internazionale.
La «bellezza italiana», insomma, porta con sé determinati valori etici che affondano le radici nella plurisecolare storia della ricerca della connessione del bene con il bello. Attraverso questa via l’autore rintraccia determinate caratteristiche etiche nella forma e nell’estetica stesse della produzione italiana. La «sprezzatura» teorizzata da Baldassarre Castiglione non è solamente un tratto essenziale per il gentiluomo di corte italiano, ma è interiorizzata dalla cultura produttiva più rappresentativa del «Made in Italy». Alla luce di ciò il lettore troverà sorprendenti connessioni tra la sprezzatura del «buon cortegiano» e lo stile di alcuni prodotti chiave della produzione italiana, come automobili, abbigliamento, alimentazione e arredamento, che tanto hanno contribuito all’affermazione dello stile italiano nel mondo.
Quella racchiusa nel libro è una storia di successi e di ingegnose soluzioni di adeguamento ai cambiamenti. Tuttavia, se a partire dalla fine del XVIII secolo la produzione italiana – come sostiene l’autore – ha dimostrato di non temere l’utilizzo delle nuove tecnologie, su un altro aspetto fondamentale del sistema di produzione capitalistico si è rivelata incompatibile o molto più in affanno. Si tratta della produzione in serie. La dimensione artigiana, l’autenticità in rapporto all’origine e all’ambiente costituiscono infatti aspetti fondamentali del Made in Italy, che genera risultati economici di rilievo, ma costituisce un sistema che si discosta fortemente dalla serialità, dalla standardizzazione, dalle catene commerciali, prodotti dal modello economico votato alla quantità ed emblema della società dei consumi.
Non sappiamo se la bellezza salverà il mondo, ma in Italia il successo economico e il lavoro si legano anche all'affermazione e alla promozione dell’Italian Style, che non è solo una fonte di ispirazione e di reddito importante, ma anche motivo di contraffazioni e di falsificazioni che generano introiti altrettanto significativi.
Per comprendere appieno questo successo, spiega Benini, è necessario conoscere «la profonda connessione tra la storia, la cultura e l’economia» (p. 9) che mostrano come lo stile italiano sia «la sintesi ben riuscita delle diverse culture ed esperienze della vicenda storica europea». A tal proposito l'autore sottolinea inoltre come sia importante mantenere una componente costante dello stile italiano, cioè la voglia di apprendere abitudini e culture altrui non per emularle, ma «per alimentare uno stile in grado di guardare al mondo e di farsi guardare e apprezzare» (p. 339).