II, 2019/1

Vittorio Vidotto, Emilio Gentile, Simona Colarizi, Giovanni De Luna

Storia d’Italia in 100 foto

Review by: Maurizio Cau

Authors: Vittorio Vidotto, Emilio Gentile, Simona Colarizi, Giovanni De Luna
Title: Storia d’Italia in 100 foto
Place: Bari-Roma
Publisher: Laterza
Year: 2017
ISBN: 9788858130919
URL: link to the title

Reviewer Maurizio Cau - FBK-ISIG

Citation
M. Cau, review of Vittorio Vidotto, Emilio Gentile, Simona Colarizi, Giovanni De Luna, Storia d’Italia in 100 foto, Bari-Roma, Laterza, 2017, in: ARO, II, 2019, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2019/1/storia-ditalia-in-100-foto-maurizio-cau/

PDF

In tempi recenti è andato aumentando l’interesse della storiografia internazionale per l’immagine fotografica come fonte e come atto storico. Le indagini sulla natura dell’immagine condotte negli anni Novanta da Gottfried Boehm e W.J. Mitchell hanno posto le basi dei Visual Studies, contribuendo a delimitare lo spazio culturale dedicato allo studio delle immagini. Seppur in forma ancora parziale, il cosiddetto pictorial turn ha prodotto effetti anche in ambito storiografico, da un lato favorendo una rinnovata attenzione degli storici al valore documentale delle immagini e alla centralità che esse hanno progressivamente assunto nello spazio sociale, politico e culturale contemporaneo, dall’altro suggerendo nuove forme di integrazione del patrimonio visuale nel discorso storico. Si tratta di un approccio ancora limitato e il cammino verso un dialogo più stretto tra riflessione critico-visuale e storiografia è ancora lungo.

Storia d’Italia in 100 foto rappresenta in questo senso un tentativo interessante di far incontrare i due orizzonti disciplinari, superando la funzione ornamentale e ancillare che il documento fotografico ha quasi sempre svolto all’interno delle ricostruzioni degli storici.

Il volume propone un ribaltamento della tradizionale prospettiva, dando centralità alla scelta dell’apparato iconografico, opera di una photo editor di grande sensibilità come Manuela Fugenzi (non una storica in senso proprio, dunque) e chiedendo al racconto storico (affidato a studiosi di comprovata fama come Vittorio Vidotto, Emilio Gentile, Simona Colarizi e Giovanni De Luna) di interrogarlo, rendendo trasparente lo spazio sociale e culturale di cui quelle immagini sono espressione. La fotografia smette in questo senso di essere decoro, appendice e commento, diventando la via di accesso a una riflessione più generale sull’ultimo secolo e mezzo di storia d’Italia.

Non si tratta di un unicum nella produzione storiografica contemporanea. Per restare al caso italiano e a quello tedesco si pensi alla ricca e affascinante riflessione sul ruolo della fotografia come agente di storia condensata ne L’Italia del Novecento. Le fotografie e la storia, a cura di G. De Luna, G. D’Autilia e L. Crescenti (Einaudi 2005), al volume della Storia d’Italia Einaudi curato da Uliano Lucas e dedicato all’evoluzione della cultura fotografica contemporanea (L’immagine fotografica 1945-2000, Einaudi 2004) o ancora ai monumentali volumi curati da Gerhard Paul in cui si analizzano singole fotografie o tipologie di immagini particolarmente significative per la storia novecentesca e i suoi sviluppi (Das Jahrhundert der Bilder. Bildatlas, Vandenhoeck & Ruprecht, 2008-2009).

Nello sforzo di leggere la storia attraverso l’immagine fotografica colta nelle forme e tipologie più varie (fotografie istituzionali, fotografia artistica, fotogiornalismo, fotografia privata …), Storia d’Italia in 100 foto è simile alle operazioni editoriali citate, ma la struttura e il registro discorsivo sono molto diversi. Il taglio è più prossimo all’alta divulgazione e i testi scritti dagli storici assumono la funzione di corpose e argomentate didascalie che accompagnano le fotografie, più che quella di brevi saggi di carattere storico. L’ariosità e la profondità della ricostruzione storica sono sacrificate, ma il ruolo di servizio che la parola ha rispetto al documento fotografico giustifica la scelta editoriale.

I contributi sono divisi per blocchi cronologici (1860-1918; 1919-1945; 1946-1979; 1980-2017), ognuno affidato a un diverso studioso: ogni autore mostra una personale e specifica sensibilità nell’analisi del documento fotografico e nella sua integrazione più o meno ampia, più o meno marcata, nella costruzione del discorso storico, a riprova dell’ampiezza delle possibilità di dialogo tra ricerca storica e documento fotografico. Si parte generalmente da una breve analisi iconografica dello scatto per tratteggiare le caratteristiche generali di un fenomeno: l’industria pesante ottocentesca, il lavoro femminile, l’emigrazione, la costruzione del mito mussoliniano, la guerra civile, la riforma agraria, il miracolo economico, l’evoluzione del ruolo presidenziale, il terrorismo, l’opacità del quadro politico degli anni Ottanta, per citarne solo una minima parte. Il cuore del volume risiede nella scelta del materiale, che riassume in sé la funzione di documento, fonte, testimonianza, icona e a cui è chiesto di rappresentare in forma simbolica un momento o un fenomeno significativo per la storia d’Italia. Il contributo dello storico è di allargare lo scenario offerto dalla nuda documentazione fotografica, posizionare gli scatti nel tempo, renderne evidente il carattere iconico.

Si tratta di un’operazione editoriale per certi versi sfidante, soprattutto per le questioni di carattere metodologico che apre rispetto alle potenzialità e ai limiti dell’uso storiografico della fotografia, un medium caratterizzato da uno statuto epistemico sfuggente e spesso ambiguo. Come ricorda Manuela Fugenzi, “la sua forza e il suo limite risiedono nell’essere considerata dal sentire comune un mezzo di comunicazione universale, che tutti siamo in grado di comprendere, non uno strumento di rappresentazione visiva influenzata dalle tendenze estetiche, dal mercato e dalle politiche del momento e altresì impregnata di significati che cambiano nel tempo e che per essere compresi richiedono conoscenza di codici e contesti”. Le fotografie, del resto, non si limitano a essere specchio della realtà, ma la realtà (e la storia con essa) contribuiscono a influenzarla e a produrla. Notazioni non scontate per lo storico, spesso abituato a un utilizzo piuttosto disinvolto del materiale fotografico giunto dal passato fino a noi.

Subscribe to our newsletter

Partners