Reviewer Katia Occhi - FBK-ISIG
CitationQuesto volume raccoglie le corrispondenze familiari di Ferdinando I d’Asburgo e costituisce il quinto tomo della serie, la cui prima uscita risale al 1912. Furono necessari oltre venticinque anni per arrivare al secondo e ancora di più per quelli successivi, usciti rispettivamente negli anni 1937/38, 1973/84 e 2000. Il noto medievista Herwig Wolfram, co-editore insieme a Christiane Thomas del terzo volume, ricordava come in ogni generazione di storici ci dovrebbe essere qualcuno che possa curare il complesso scambio epistolare tra Ferdinando I e i suoi fratelli (p. 7). La pubblicazione di questo ultimo testo mostra come l’auspicio sia stato accolto, anche grazie al finanziamento del FWF (Fond zur Förderung der Wissenschaftlichen Forschung) e del Dipartimento di Lingue e letterature romanze dell’Università di Salisburgo e alla collaborazione di un ampio gruppo di studiosi.
Questa raccolta contiene 210 lettere scambiate dall’arciduca poi re Ferdinando I con il fratello, l’imperatore Carlo V, e con la sorella, l’arciduchessa Maria, fino al 1530 regina di Ungheria, e successivamente luogotenente generale dei Paesi Bassi (35 lettere). Esse toccano temi legati nella quasi totalità alla politica internazionale e offrono un quadro delle tensioni nel bacino del Mediterraneo tra le potenze europee e quella ottomana, ricostruite attraverso le informazioni scambiate nel circuito dei corrispondenti politici e diplomatici di Ferdinando e Carlo: il sultano Solimano il Magnifico, il vescovo di Zagabria, il cardinale Bernardo Cles, l’elettore di Sassonia, gli ambasciatori del re di Francia, mercanti e informatori diversi, solo per citarne alcuni. La corrispondenza familiare documenta così un reticolo di informatori e di mezzi di informazione che consente di ricostruire lo scenario della politica internazionale nel biennio 1535-1536. Come richiamano i curatori nell’introduzione, è tuttavia opportuno non sopravvalutare il funzionamento di questo sistema comunicativo nel quale il fattore tempo giocava un peso determinante. Nelle notizie provenienti da grandi distanze (le corrispondenze di Ferdinando con Solimano riguardo alle notizie delle conquiste di Baghdad e di Tabriz) si verificavano spesso casi di obsolescenza delle informazioni, che giungevano a destinazione quando oramai il contesto era del tutto mutato (p. 38). Nonostante questo elemento, resta il grande interesse di questi materiali per la ricchezza di dettagli di alcuni gruppi di corrispondenze.
I quattro nuclei tematici delle lettere riguardano le lotte per i domini ungheresi, le tensioni e i contrasti di Ferdinando e Carlo d’Asburgo con gli Ottomani, i conflitti con la Francia e la frattura confessionale dell’Impero. Seguono i piani per la convocazione del concilio generale, con una proposta iniziale per l’insediamento a Mantova, vista favorevolmente da entrambi i fratelli, la campagna di Carlo contro Tunisi, il finanziamento del tribunale imperiale. Tra i temi minori più ricorrenti nelle corrispondenze figurano le trattative tra Venezia e l’Impero per gli strascichi dei trattati di pace della guerra tra Massimiliano I d’Asburgo e la Repubblica, definiti nei congressi di Trento del 1533-1535.
Le questioni familiari sono molto circoscritte (ancora più ridotte rispetto ai volumi precedenti) e concernono la salute dei membri della famiglia, come nel caso del mal di testa e della gotta di Carlo e di Maria con suggerimenti del tenore di “multum valet oracione[!] assidua” (p. 62). Cenni a problemi di salute riguardano anche persone di rango legate agli Asburgo o al loro servizio. Mancano completamente lettere alle sorelle Eleonora di Francia e Caterina di Portogallo.
Il corpus documentario proviene dai fondi dello Haus-, Hof- und Staatsarchiv di Vienna, dall’Algemeen Rijksarchief di Bruxelles e dall’Archivo General di Simancas. L’edizione delle corrispondenze (pp. 123-678) è preceduta da elenchi cronologici delle lettere conservate e perdute, con indicazione dei mittenti e gli stadi di elaborazione (minuta, originale/buona copia, copia). I singoli regesti sono corredati da numero progressivo, mittente e destinatario, data di invio, una breve descrizione del contenuto in tedesco, seguito dalla traduzione in inglese. Gli ulteriori elementi di descrizione sono costituti dalla segnatura, la data di ricevimento, la data di risposta. Il testo del documento è trascritto in lingua originale. Il documento è seguito infine da un commento in lingua tedesca che contestualizza gli eventi discussi nella lettera. La bibliografia e un ampio indice analitico completano il volume.
La documentazione del 1535 è costituita da 94 lettere, due sommari e un’istruzione, conservati in originale e in copia (regesti 850-946). Dieci di queste unità sono autografe. La lingua del contesto di comunicazione è il francese (84,5%), seguito dal tedesco (11,3%), cui si aggiungono sporadici esempi di lettere scritte in latino e in spagnolo.
Le lettere di Ferdinando I sono inviate da Vienna. I diversi luoghi del Mediterraneo da cui scrive Carlo V (Madrid, Barcellona, Cagliari, La Goulette, Tunisi, Trapani, Palermo, Messina, Capovillari, Napoli) documentano le fasi della campagna di Tunisi del 1535 e l’allestimento della flotta di guerra e si integrano con quelle raccolte nella corrispondenza politica dell’imperatore (sulla quale si può consultare il relativo sito a questo indirizzo http://karl-v.bsz-bw.de/index.htm). Maria scrive dalla sua sede di Bruxelles, da Mecheln e da alcuni luoghi non individuati.
Per il 1536 sono state pubblicate 112 lettere e un sommario, undici delle quali autografe (regesti 947-1059). I luoghi di provenienza documentano gli spostamenti di Ferdinando I nei suoi dominî dell’Austria Superiore e Interiore. A partire da gennaio del 1536 egli invia missive da Vöcklabruck, Salisburgo, Schwaz, Innsbruck dove trascorre un lungo periodo da febbraio ad agosto, per spostarsi poi a Bolzano, Bressanone, Lienz/Greifenburg, St. Veit an der Glan, Graz, Bruck an der Mur e rientrare a Vienna solo a dicembre del 1536. L’itinerario della corrispondenza di Carlo V segue le sue campagne: Napoli, Sermoneta, Roma, Pistoia, Firenze, Lucca, Asti, Savigliano, Fossano, Fréjus, Aix-en-Provence, Nizza, Savona, Genova. I pochi esemplari scritti da Maria d’Asburgo provengono tutti da Bruxelles e da alcune località non identificate. Anche nelle corrispondenze del 1536 la lingua predominante continua a essere costituita dal francese (79,5%), seguito dal tedesco (19,4%).
L’edizione delle lettere è preceduta da un’introduzione storica degli eventi degli anni 1535-1536 redatta in lingua tedesca e inglese, scelta motivata dai curatori con la considerazione che “Deutsch … keine allgemeine lingua franca der Wissenschaft mehr ist”. Questa scelta agevola certamente il pubblico non germanofono e appare quanto mai appropriata, tanto più che il contenuto delle corrispondenze degli Asburgo qui raccolte, nelle quali predomina l’uso della lingua francese, offre con immediatezza la poliedricità del contesto europeo raccontato da tre dei suoi protagonisti, che gli editori restituiscono qui con un’impresa di grande valore.