Annali dell'Istituto storico italo-germanico | Jahrbuch des italienisch-deutschen historischen Instituts

41, 2015/1

Christoph Galle

Hodie nullus – cras maximus

Review by: Valentina Sebastiani

Authors: Christoph Galle
Title: Hodie nullus – cras maximus. Berühmtwerden und Berühmtsein im frühen 16. Jahrhundert am Beispiel des Erasmus von Rotterdam
Place: Münster
Publisher: Aschendorff Verlag
Year: 2013
ISBN: 978-3-402-11582-4

Reviewer Valentina Sebastiani

Citation
V. Sebastiani, review of Christoph Galle, Hodie nullus – cras maximus. Berühmtwerden und Berühmtsein im frühen 16. Jahrhundert am Beispiel des Erasmus von Rotterdam, Münster, Aschendorff, 2013, in: ARO, 41, 2015, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2015/1/hodie-nullus-cras-maximus-beruhmtwerd-valentina-sebastiani/

PDF

Che l’analisi sulla fortuna di un autore non possa procedere disgiunta dall’indagine sulla produzione, diffusione e circolazione delle sue opere è un punto cardine della ricerca storica, tanto più necessario quanto più ci si proponga di cogliere il ruolo e l’impatto che i mezzi di comunicazione esercitano nell’amplificarne il successo e la durata. In tale ambito di studi la parabola esistenziale e produttiva dell’illustre erudito Erasmo da Rotterdam costituisce uno dei casi più interessanti dell’età moderna per interrogarsi su quali elementi si sia fondata la celebrità di un autore e attraverso l’impiego di quali strategie comunicative la si sia potuta raggiungere. Il libro di Cristoph Galle, Hodie nullus – cras maximus. Berühmtwerden und Berühmtsein im frühen 16. Jahrhundert am Beispiel des Erasmus von Rotterdam, uscito presso la casa editrice Aschendorff di Münster come rielaborazione della tesi di dottorato conseguita dal giovane studioso presso l’Università di Marburg, offre un originale contributo al riguardo.

Contrariamente a quanto il noto adagio latino sull’acquisizione di improvvisa fama riportato nel titolo potrebbe far supporre (Hodie nullus – cras maximus), la tesi sostenuta da Galle punta, invece, a dimostrare la graduale progressione della rinomanza ottenuta da Erasmo. Come specificato nell’Introduzione, a presupposto della ricerca si pone, infatti, la questione secondo la quale il successo seguito alla pubblicazione di veri e propri bestsellers dell’epoca – come, per esempio, la raccolta degli Adagia, L’Elogio della Follia, o l’Enchiridion militis christiani – non è, secondo Galle, una ragione di per sé sufficiente a spiegare l’enorme celebrità conquistata da Erasmo tra i contemporanei. Né, d’altronde, si registra da parte della critica specialistica consenso unanime nell’identificazione dell’opera – o della precisa edizione – che abbia definitivamente decretato la statura europea dell’erudito.

L’incedere argomentativo di Galle prende le mosse dall’esame delle condizioni sociali e delle pratiche a disposizione degli eruditi della prima età moderna per raggiungere una certa notorietà come, per esempio, l’accesso ad un sistema educativo di alto profilo; la stampa e la diffusione orale dei propri scritti; l’impiego della comunicazione epistolare per lo svilupppo e il mantenimento di contatti professionali; l’utilizzo della lingua latina o delle lingue volgari a seconda del tipo di pubblico da raggiungere; la creazione o il potenziamento di una rete di mecenati da cui ottenere supporto materiale (cap. II). Galle esamina, nel terzo capitolo, la biografia di Erasmo da Rotterdam, nella sua duplice veste di erudito e di autore, per determinare quando e in che grado l’umanista abbia acquisito fama e notorietà. Di fronte alla mancanza di dati precisi utili ad una valutazione quantitativa della produzione editoriale dell’erudito olandese – come, per esempio, quelli relativi alle tirature delle singole edizioni – Galle focalizza l’indagine, da un lato, sulla corrispondenza dell’umanista tra il 1495 e il 1530 alla ricerca di quegli elementi biografici che testimonino dell’impegno profuso da Erasmo nel creare e, successivamente, rafforzare la propria posizione nel panorama intellettuale del primo Cinquecento; dall’altro lato, sulla ricezione avuta dai testi erasmiani – comprese le traduzioni in volgare – presso gli eruditi, i lettori comuni e gli illetterati, nel corso del XVI secolo. Dall’analisi di Galle emerge un quadro dalle linee oscillanti, su cui spicca il biennio 1519-1520 per numero di lettere spedite e ricevute da Erasmo, così come per numero di edizioni stampate, a testimonianza della riconosciuta celebrità dell’erudito presso la Repubblica delle Lettere. Il quarto capitolo considera l’utilizzo da parte di Erasmo della notorietà acquisita per accrescere l’impatto e l’influenza delle sue opere. Correda, infine, il volume un elenco delle opere di Erasmo pubblicate tra il 1495 e il 1536 citate nella corrispondenza dell’erudito.

L’intuizione di Galle di determinare la celebrità dell’erudito di Rotterdam sulla base dell’ampiezza dei contatti stretti dall’umanista, nonché dei riferimenti alla pubblicazione delle sue opere contenuti nel suo epistolario, aggiunge una nuova prospettiva analitica al fertile campo di studi che investiga il rapporto di Erasmo con la stampa e i sistemi di comunicazione della prima età moderna (per esempio: Lisa Jardine, Erasmus. Men of Letters, 1993; Hilmar Pabel, Herculean Labours, 2008, e il recente, Alexandre Vanautgaerden, Érasme typographe, 2012). Degno di nota è soprattutto il minuzioso lavoro di catalogazione delle traduzioni in tedesco – solo in parte di quelle in inglese – delle opere di Erasmo apparse tra il 1519 e il 1530 e che, ripartite per anno, luogo di stampa e formato, permette di aggiungere un tassello fondamentale allo studio della ricezione delle opere dell’erudito. La struttura in certi punti poco lineare del volume, alcune digressioni tematiche non necessarie (come, per esempio, la discussione sulla sfera pubblica habermasiana, oppure la minuziosa disamina concettuale e terminologica delle differenza terminologica tra Berühmtwerden e Berühmtsein), un apparato critico talvolta pedante tolgono, tuttavia, efficacia all’argomentazione di Galle. Stupisce, infine, la mancanza di un approccio critico alle informazioni contenute nella corrispondenza di Erasmo, quando la letteratura scientifica ci ha ormai da decenni addestrato ad una lettura scaltrita del ricco corpus epistolare di Erasmo, la cui penna era in grado di produrre raffinate e sofisticate operazioni di manipolazione della parola destinata alla stampa, a seconda dei suoi più profondi intendimenti o delle necessità richieste dalle situazioni che mano a mano gli si presentavano.

Una postilla: Hodie nullus, cras maximus è uno dei circa 2.460 nuovi proverbi che Erasmo inserì nell’edizione ampliata della sua raccolta di Adagia pubblicata a Venezia da Aldo Manuzio nel 1508. Che un’improvvisa celebrità, secondo lo stesso Erasmo, sia stata riconosciuta al grande umanista grazie alla pubblicazione delle sue opere da parte di un altrettanto celebre stampatore?

Subscribe to our newsletter

Partners