Reviewer Maria Teresa Fattori
CitationLa corposa monografia raccoglie la tesi sostenuta da Alexander Koller per l’abilitazione in Storia moderna presso l’Università di Vienna. L’autore analizza e presenta alcuni momenti che hanno segnato le relazioni tra la corte imperiale e la corte papale tra la pace di Augusta e la pace di Westfalia, sullo sfondo delle tensioni tra le due corti, durante l’età della confessionalizzazione. La ricerca si fonda sulla corrispondenza diplomatica tra i nunzi da un lato e dall’altro i cardinali nepoti e la segreteria di Stato (da quando nasce come organo distinto dalla segreteria del cardinale nepote), oltre che sulle istruzioni generali scritte all’inizio della missione diplomatica. La monografia utilizza parzialmente materiale inedito conservato nell’Archivio Segreto Vaticano, nella Biblioteca Apostolica e nell’Haus-, Hof- und Staatsarchiv di Vienna. Una parte consistente della documentazione studiata è stata pubblicata dallo stesso Koller e da altri studiosi nella collana «Nuntiaturberichte aus Deutschland nebst ergänzenden Aktenstücken» e dalle edizioni delle Hauptinstruktionen o Instructiones Pontificum Romanorum dei pontificati di Clemente VIII, Paolo V e Gregorio XV. Koller ha curato due volumi nella serie delle «Nuntiaturberichte», frutto del pluridecennale progetto del Deutsche Historische Institut: il volume IX, Nuntiaturen des Giovanni Delfino und Bartolomeo Portia (1577-1578), Tübingen 2003, e il volume X, Nuntiaturen des Orazio Malaspina und des Ottavio Santacroce. Interim des Cesare dell’Arena (1578-1581), Berlin 2012.
La monografia di Koller, introdotta dai curatori della collana «Geschichte in der Epoche Karls V.» Martina Fuchs e Alfred Kohler, è composta di una introduzione dell’autore di carattere storiografico e di ventiquattro saggi che sono stati pubblicati dall’autore in italiano, in francese o in tedesco in varie riviste e raccolte miscellanee tra il 1998 e il 2011. Tali saggi sono stati riorganizzati in tre sezioni e si concentrano sull’arco cronologico compreso tra il 1555 e il 1648. Il volume è concluso dall’elenco delle sigle e delle abbreviazioni, l’elenco delle fonti inedite, edite e della letteratura secondaria, l’elenco della precedenti pubblicazioni di cui la monografia costituisce la riedizione o la traduzione in tedesco, e infine dall’indice dei nomi e dei luoghi.
Imperator und Pontifex si presenta diviso in tre sezioni tematiche dedicate, rispettivamente: ai rapporti tra papato e Impero; ai rapporti tra Roma e le terre dell’eredità asburgica; la terza parte presenta vari aspetti dei ventinove nunzi papali alla corte imperiale. Dal punto di vista del contenuto, Koller, da un lato, privilegia la lettura delle relazioni diplomatiche secondo l’approccio storiografico proposto da Heinz Schilling, ovvero mettendo a fuoco il fattore religioso come categoria centrale dei processi storici e della politica internazionale nell’età della confessionalizzazione; dall’altro però le relazioni diplomatiche sono interpretate con una pluralità di approcci metodologici, ovvero attraverso la ricostruzione prosopografica delle carriere, l’attenzione per la mentalità religiosa e devozionale, i rapporti quotidiani e micro politici, la de-costruzione del simbolismo politico e cerimoniale, il gioco degli specchi e della propaganda. Parecchi capitoli sono corredati da appendici documentarie che pubblicano fonti commentate e tradotte in tedesco. Le citazioni in lingua italiana in nota e nel testo sono tradotte in tedesco. La prima parte, «Kaiser und Papast», si compone di tredici capitoli che affrontano il tema in ordine cronologico. Il punto di inizio è il trattato di Passau, che coincide con il momento più critico dei rapporti tra la curia romana di Pio IV e la corte dell’imperatore Carlo V. La ripresa delle relazioni diplomatiche avvenne con il nunzio di origine polacca Stanislao Hosio durante il pontificato Pio IV e il regno di Ferdinando I. Gregorio XIII diede vita a organismi permanenti di indirizzo politico, come la Congregazione particolare chiamata a discutere con il papa la politica con la corte imperiale, la cosiddetta Congregazione di Germania, o la istituzione della nunziatura di Graz (Austria Interna) nel 1580 e della nunziature di Colonia nel 1584. La presenza di tre nunziature (oltre alle suddette, vi era la nunziatura presso la corte imperiale, a Praga e poi a Vienna) permise di raccogliere informazioni sui gruppi di potere operanti alla corte imperiale, come il partito spagnolo che faceva capo a Maria d’Austria durante il regno di Massimiliano II, sulla struttura e il funzionamento delle istituzioni di corte e i suoi tribunali. Ma i nunzi furono anche i realizzatori di obiettivi micro politici e gli artefici delle politiche clientelari di papa Boncompagni e del suo gruppo di familiari e ‘amici’. Le principali linee della politica di Gregorio XIII sono affrontate in quattro capitoli, dal quarto all’ottavo. Il quarto capitolo racconta la politica religiosa oggetto delle relazioni di questo pontefice con la corte imperiale tendente a condizionare le scelte dell’imperatore per i membri del consiglio di Stato; il quinto ricostruisce l’immagine trasmessa dai nunzi a Roma della corte di Rodolfo II; il sesto il conflitto sulla formula con cui il neo eletto imperatore, Rodolfo II, doveva prestare l’obbedienza al sommo pontefice nel 1576; il settimo la vicenda del feudo di Borgo Val di Taro; l’ottavo il caso della missione di Traiano Mario a Graz e Praga per il progetto di lega contro l’Impero ottomano prima del 1579. Koller affronta, nei capitoli successivi, le linee portanti della politica dei pontificati di Clemente VIII e di Paolo V. In particolare, l’Aldobrandini assunse come priorità la diffusione e il rafforzamento della fede cattolica, il ripristino dell’autorità papale, la difesa della giurisdizione ecclesiastica, la riforma tridentina del clero e la restaurazione della disciplina. Durante il pontificato di papa Borghese, la successione dell’imperatore Mattia e la successione di Ferdinando alla Austria Interna (comprendente i possedimenti imperiali di Stiria, Carinzia, Carniola, Gorizia e Gradisca, Trieste e altri minori) furono lo sfondo dei successi ottenuti dai nunzi, i quali sfruttarono il protocollo e il cerimoniale per realizzare limitati ma importanti obiettivi diplomatici. Lo scoppio della guerra dei Trent’anni, la successione dell’imperatore Ferdinando II, la vittoria imperiale nella battaglia della Montagna Bianca e il trasferimento dell’elettorato del Palatinato a Massimiliano di Baviera fanno da sfondo all’azione diplomatica del breve pontificato di papa Gregorio XV-Ludovisi. La critica alla corruzione della corte e delle pratiche di potere di papa Urbano VIII sono raccontate nel dodicesimo capitolo e nell’ultimo si affronta l’insuccesso diplomatico del nunzio Fabio Chigi nella mediazione che porterà alla pace di Westfalia a Münster nel 1648, durante il pontificato di Innocenzo X.
La seconda parte del volume, «Rom und die habsburgische Erbländer», è costituita da quattro capitoli. La documentazione dei nunzi viene compulsata da Koller per fare emergere l’immagine trasmessa a Roma sulla situazione politica dei territori ereditari degli Asburgo: agli occhi dei nunzi, la Boemia era contaminata dagli hussiti; la Lusazia era invasa dalle sette ereticali e mancava di una presenza stabile cattolica; l’Ungheria era un’isola assediata da turchi ed eretici. La proposta dei nunzi consistette nella promozione di una presenza di religiosi italiani ‘riformati’ che dai conventi vicini all’arco alpino fornissero una sorta di sguardo critico e di esempio per ripristinare la disciplina nei conventi dei francescani, domenicani e agostiniani e porre un freno alla corruzione del mondo religioso di area asburgica.
La terza e ultima parte si occupa del personale impiegato nelle nunziature dirette all’imperatore. Un primo capitolo descrive i compiti teoricamente riservati ai nunzi nel periodo successivo al concilio di Trento, le cosiddette «Reformnuntiaturen», dunque la ricostruzione degli obiettivi politici che i nunzi avrebbero dovuto realizzare secondo la curia. Segue un corposo capitolo di carattere prosopografico che ricostruisce, nell’insieme, le carriere dei ventinove nunzi presso l’imperatore nell’arco di tempo che va dal 1559 al 1655, carriere coronate dal galero solo nella metà dei casi. Poi Koller dedica un’analisi più approfondita e una breve biografia ai nunzi Bartolomeo Portia (nato circa nel 1540 e morto nel 1578, durante la missione) e Ottavio Santacroce (nato nel 1542 e morto nel 1581, durante la missione). Mentre Portia rappresentò il prototipo dei Reformnuntien postridentini, Santacroce appare piuttosto un prelato che per tradizione familiare fu impegnato nel servizio alla curia romana. Il capitolo quinto si sofferma sulle istruzioni per i nunzi e pubblica un’edizione commentata dalla relazione finale del segretario di Santacroce del 1581 per il successore, che dava informazioni politiche, elencava i principali personaggi della corte imperiale ma offriva anche indicazioni pratiche e concrete sulle monete in corso, le tipologie e il costo di cibi e bevande. Koller pubblica anche il Regolamento per la famiglia del nunzio in Vienna, con la descrizione del personale, degli stipendi, degli abiti e dell’ordine per sedersi a tavola, e altre informazioni pratiche sui giorni di mercato, le merci che si potevano acquistare a Vienna, le mance da lasciare al personale di palazzo per l’udienza all’imperatore. Il capitolo sesto si occupa degli aspetti quotidiani del funzionamento della nunziatura, compresi quelli materiali ed economici. L’autore pubblica i Ricordi a la famiglia di Monsignor Nontio, un testo che sintetizza i comportamenti richiesti al personale chiamato al servizio del nunzio e una ‘scrittura’ dedicata alla distribuzione di letti e camere. Chiude questa parte e l’intero volume un ultimo capitolo in cui Koller pubblica l’orazione funebre pronunciata dal gesuita Giovanni Vivarius per la morte del nunzio Santacroce nel 1581: l’edizione del testo latino è corredata dalla traduzione in tedesco e da un’analisi retorica di Koller.
Imperator und Pontifex si presenta non tanto come una ricostruzione sistematica delle relazioni diplomatiche tra la Roma postridentina e l’Impero asburgico fino alla pace di Westfalia ma come una raccolta di significativi e scelti approfondimenti distribuiti in un arco cronologico ampio. L’interesse dell’autore si concentra prevalentemente sul pontificato di Gregorio XIII-Boncompagni e sul contesto del secondo Cinquecento, anche se non mancano quadri significativi per i pontificati successivi. La scelta di tradurre in tedesco le fonti in nota e nelle appendici documentarie così come l’attenzione privilegiata per la bibliografia di lingua tedesca, sebbene non manchino riferimenti alla storiografia italiana e francese, indirizza questo volume a un pubblico di specialisti tedeschi che vogliano conoscere lo stato dell’arte e la pluralità di approcci per uno studio delle fonti diplomatiche e delle relazioni tra papato e Impero durante l’età della crisi confessionale e della successiva confessionalizzazione.