Annali dell'Istituto storico italo-germanico | Jahrbuch des italienisch-deutschen historischen Instituts

36-37, 2010-2011/1

Heike Bock

Konversionen in der frühneuzeitlichen Eidgenossenschaft

Review by: Claudio Ferlan

Authors: Heike Bock
Title: Konversionen in der frühneuzeitlichen Eidgenossenschaft. Zürich und Luzern im konfessionellen Vergleich
Place: Epfendorf/ Neckar
Publisher: Bibliotheca Academica Verlag
Year: 2009
ISBN: 978-3-928471-73-2

Reviewer Claudio Ferlan - FBK-ISIG

Citation
C. Ferlan, review of Heike Bock, Konversionen in der frühneuzeitlichen Eidgenossenschaft. Zürich und Luzern im konfessionellen Vergleich, Epfendorf/ Neckar, Bibliotheca Academica, 2009, in: ARO, 36-37, 2010-2011, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2010-2011/1/konversionen-in-der-fruhneuzeitlichen-ei-claudio-ferlan/

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Il libro di Heike Bock si inserisce in un filone di ricerca particolarmente fecondo negli ultimi tempi e tuttora oggetto di crescente attenzione, come è testimoniato da studi e convegni dedicati al tema della conversione, indagata da punti di vista sempre più vari e complessi. L’autrice qui approfondisce il significato per l’individuo e la comunità di passaggi di fede interni al cristianesimo, analizzati prendendo come riferimento i casi di studio di due città della Confederazione Elvetica tra il XVI e la fine del XVIII secolo: la protestante Zurigo e la cattolica Lucerna. Lo sguardo di Bock non si sofferma solo sugli aspetti confessionali della questione, ma è attento anche alla storia sociale, economica, politica e culturale. Scelta convincente, quella di privilegiare uno sguardo microscopico per rilevare anche su diversa scala il cambiamento di prospettiva sotteso all’espe- rienza della conversione. Un obiettivo consapevolmente perseguito dall’autrice, che nell’introduzione dichiara esplicitamente il proprio intento: adottare una prospettiva «sistematica, comparativa e multi-prospettica». Quella di non perdere mai di vista la complessità dell’oggetto di studio è un’attenzione sempre presente, ed opportunamente richiamata nel procedere del libro. Ritengo sia proprio tale attenzione alla complessità la linea guida dello studio di Bock: la lettura dell’introduzione colpisce per il numero e la ricercatezza dei quesiti posti a fondamento della ricerca. Fin dalle prime pagine emerge la profonda conoscenza della storiografia sul tema in esame, esplicitata nella rassegna che chiude il primo paragrafo e richiamata dal corposo apparato di note e dalla bibliografia. I frequenti riferimenti alle fonti d’archivio testimoniano poi l’importante lavoro di scavo che ha portato l’autrice a scandagliare le collezioni documentarie conservate a Zurigo e Lucerna.

Congiuntamente all’introduzione, dove sono presentate anche la storia del concetto di conversione e le ragioni della scelta di tempi e luoghi dello studio, il secondo capitolo pone le basi conoscitive utili alla prosecuzione della lettura, attraverso la descrizione della struttura costituzionale, politica e confessionale delle due città, osservate nel più ampio contesto della Confederazione Elvetica. Simile attenzione alla contestualizzazione risulta particolarmente gradita al lettore italiano, la cui formazione non può dirsi certo caratterizzata da una frequenza assidua con le problematiche tipiche della storia elvetica. È dal terzo capitolo che iniziamo a leggere propriamente di conversioni ed in particolare dei loro aspetti formali e normativi, analizzati prima dal versante riformato e poi da quello cattolico. L’autrice propone anche un interessante quadro (corredato di tabelle numeriche) delle problematiche del proselitismo dell’una e dell’altra parte, nel quale spiccano per il loro attivismo i due ordini cattolici missionari per antonomasia nell’Europa dell’epoca: cappuccini e gesuiti.

Nella continua dialettica tra casi di studio e problematiche generali, Heike Bock propone, nel quarto capitolo, uno sguardo parallelo sulle strutture di sostegno materiale e finanziario ai convertiti organizzate dalle rispettive autorità cittadine, con particolare attenzione alle forme di aiuto ai poveri. Dall’approfondimento si evince il peso del fattore economico nell’esperienza sociale dei proseliti: chi cambia confessione ha bisogno di sostegno materiale, è questa la convinzione che guida i gestori della res publica e che spesso pone gli assistiti in una posizione assai delicata di fronte ai nuovi concittadini, non sempre propensi all’accoglienza. Un nodo problematico, questo del rapporto tra cittadini e proseliti, che viene approfondito nel capitolo seguente intitolato «Convertiti nella comunità politica: inclusione ed esclusione». Qui Bock si sofferma con attenzione sulle forme di accoglienza e di marginalizzazione dei convertiti nelle nuove comunità, analizzan- done l’integrazione socio-politica attraverso diversi ambiti della vita comunitaria quali, tra gli altri, cittadinanza, mestieri, eredità, matrimoni. Una prospettiva dialettica tra il distacco dalla prima fede e il nuovo inizio consente all’autrice di proseguire sullo stesso piano d’analisi, quello dell’ambiente entro il quale il neofita deve muoversi, come fosse in bilico tra un mondo da abbandonare ed uno da scoprire. Oggetto del sesto capitolo sono infatti le resistenze e i conflitti che i proseliti devono talvolta affrontare in famiglia, avanti all’autorità politica ed anche nei conventi (nel caso dei religiosi): esperienze di vita che solo in alcuni casi sono coronate dalla piena integrazione. Per trovare una risposta a quello che viene definito l’interrogativo tipico di molte ricerche sul tema della conversione, ovvero quali ne siano i motivi, Bock sceglie di raccontare due storie di vita, quelle di Johann Jakob Rüegg (1623-1693) e Johannes Heidelberger (1628-1698). Pastore protestante passato al cattolicesimo il primo, che sceglie di vivere a Lucerna senza temere di affrontare problemi materiali di grande spessore pur di portare a compimento la propria scelta. Monaco benedettino il secondo, in fuga dal convento di San Gallo nel nome dell’adesione alla fede riformata. Motivazioni personali, ragioni sociali, convinzioni interiori e scelte radicali si intrecciano nel racconto di queste due storie, molto ben scelte ad esemplificare la complessità dell’esperienza del mutamento confessionale.

L’autrice termina il proprio lavoro chiudendo il cerchio aperto con l’introduzione e proponendo uno sguardo comparativo sulla natura delle conversioni nella prima età moderna, utilizzando i ragionamenti fatti per Zurigo e Lucerna come modello per un’analisi più ampia della società europea di antico regime e sottolineando la difficoltà di ridurre ad unità esperienze segnate da peculiarità ambientali, sociali, culturali. Tale complessità rimane ancora da risolvere, come puntualizza Bock nelle ultime pagine del proprio lavoro, ma ritengo si possa affermare che Konversionen in der frühneuzeitlichen Eidgenossenschaft a buon diritto si candida a rappresentare un punto di riferimento molto utile ad una maggiore comprensione delle dinamiche e del significato, religioso e sociale, della conversione.

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