Annali dell'Istituto storico italo-germanico | Jahrbuch des italienisch-deutschen historischen Instituts

36-37, 2010-2011/1

Eckart Conze

Die Suche nach Sicherheit

Review by: Gabriele D’Ottavio

Authors: Eckart Conze
Title: Die Suche nach Sicherheit. Eine Geschichte der Bundesrepublik Deutschland von 1949 bis in die Gegenwart
Place: Berlin
Publisher: Siedler Verlag
Year: 2009
ISBN: 978-3-88680-919-6

Reviewer Gabriele D’Ottavio

Citation
G. D’Ottavio, review of Eckart Conze, Die Suche nach Sicherheit. Eine Geschichte der Bundesrepublik Deutschland von 1949 bis in die Gegenwart, Berlin, Siedler, 2009, in: ARO, 36-37, 2010-2011, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2010-2011/1/die-suche-nach-sicherheit-eine-geschich-gabriele-dottavio/

PDF

All’indomani della caduta del muro di Berlino, molti osservatori sono stati indotti a considerare retrospettivamente l’esperienza della Repubblica Federale Tedesca come una «storia di successo» (Erfolgsgeschichte). Tale interpretazione teneva conto sia dei fallimenti del passato (Weimar, il nazismo) che dei notevoli traguardi raggiunti dalla Bundesrepublik a fronte delle crisi e poi del crollo della DDR. Da questa angolatura, la vicenda della riunificazione tedesca e, in particolare, la decisione nel 1990 di estendere le strutture politiche e legali della Germania Ovest ai territori dell’ex Repubblica Democratica Tedesca, piuttosto che elaborare una nuova Costituzione, sono state interpretate come l’ultima tappa di un processo storico che era iniziato nel 1945: come «approdo in Occidente» dopo «un lungo cammino» o come «punto di non ritorno alle vie speciali» (H.A. Winkler, Der lange Weg nach Westen, 2000), come espressione di una forma di statualità non più «provvisoria» ma finalmente compiuta (A. Wirsching, Abschied vom Provisorium, 2006), ovvero come il coronamento di una «democrazia riuscita» (E. Wolfrum, Die geglückte Demokratie, 2006). A venti anni dalla riunificazione tedesca, e ancora una volta sotto l’impeto di avvenimenti (come l’11 settembre 2001) avvertiti dai contemporanei come epocali, si sta assistendo a un nuovo mutamento di prospettiva: esso riflette lo scarto tra un’ormai consolidata consapevolezza circa l’eccezionalità dell’esperienza della Repubblica Federale Tedesca e la percezione che il periodo post-unitario suggerisca una rivisitazione, se non addirittura un ripensamento, del suo passato.

In questa cornice si inserisce anche il volume di Eckart Conze, Die Suche nach Sicherheit. Eine Geschichte der Bundesrepublik Deutschland von 1949 bis in die Gegenwart, il cui obiettivo è quello di fornire un nuovo paradigma interpretativo, non sostitutivo ma alternativo a quello della Erfolgsgeschichte, che consenta di collegare criticamente l’esperienza della Berliner Republik alla storia della Bonner Republik e, dunque, di andare oltre il riferimento cronologico e simbolico rappresentato dalla Wende del 1989-1990. Il volume si articola in nove parti, organizzate in base a un duplice criterio, cronologico e tematico, che riflette anche la periodizzazione prevalente tra gli storici della Repubblica Federale: «Ende und Anfang (1945-1949)», «Gründerjahre der Republik (1949-1957)», «Ende der Nachkriegszeit (1957-1966)», «Reformzeit 1966-1974», «Krisenjahre (1974-1982)», «Abschied vom Provisorium (1982-1989)», «Die Wiedervereinigung (1989/90)», «Auf dem Weg in die Berliner Republik (1990-2001)», «An der Schwelle zur Gegenwart».

«La ricerca di sicurezza», un problema tornato alla ribalta all’inizio del XXI secolo, è il filo conduttore e al tempo stesso la chiave di lettura che Conze, esplicitandola già nel titolo e nelle premesse, propone per ripercorrere la storia della Repubblica Federale Tedesca dal 1949 ai giorni nostri. In particolare, l’autore attribuisce all’idea di sicurezza un duplice significato di notevole valore euristico e metodologico. In primo luogo, essa esprime un concetto empirico o osservativo, che identifica la questione politicamente più rilevante, la sfida principale, con cui tutti i governi della Bundesrepublik, da Konrad Adenauer ad Angela Merkel, si sono dovuti misurare. In secondo luogo – e qui sta anche l’originalità dell’ipotesi interpretativa di Conze – la sicurezza può essere intesa anche come una categoria di analisi che, per quanto elusiva e vaga, o forse proprio perché refrattaria a essere imprigionata in definizioni precise, consente di gettare nuova luce sulle varie fasi e dimensioni che definiscono (o dovrebbero definire) l’ambito di indagine di una ricostruzione della vicenda della Repubblica Federale Tedesca in una prospettiva di «storia politica moderna». In tal senso, l’ultima fatica di Conze va anche e soprattutto letta come un tentativo di applicare alla storia tedesca più recente un certo modo di intendere la storia politica contemporanea, che si ritiene emancipata da quegli approcci che in passato hanno affermato con eccessiva disinvoltura un presunto primato della politica estera sulla politica interna e viceversa e, pertanto, finalmente capace di tenere uniti filoni che la ricerca ha a lungo considerato distinti, come la storia dei gruppi dirigenti e quella delle trasformazioni socio-culturali.

Con il paradigma della sicurezza l’autore ovviamente non riesce a spiegare tutto, ma spiega comunque molto: la condizione di precarietà e vulnerabilità estreme percepita negli anni dell’era Adenauer e, dunque, anche la coerente e perseverante ricerca di sicurezza e stabilità nel quadro della politica di piena integrazione con l’Occidente; la grande fiducia riposta nella prospettiva di un benessere diffuso, associata alla crescita economica e allo sviluppo sociale sperimentati a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta; le nuove apprensioni manifestatesi all’indomani della prima recessione economica del secondo dopoguerra – che avrebbero contribuito alla nascita della prima Grosse Koalition nel 1966 – e successivamente alimentate dalle ben più rilevanti crisi economiche degli anni Settanta; le nuove inquietudini connesse alla fine del periodo di distensione e alla riemersione del problema della gestione della pace nell’era dell’atomica tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta; la tragedia mancata nel 1989 e, quindi, anche l’eccezionalità della Wende; infine, la percezione diffusa all’inizio del XXI secolo – sullo sfondo delle tensioni e delle nuove guerre nei Balcani e in Medio Oriente, dell’attacco terroristico alle Torri gemelle, della minaccia di catastrofi ambientali, dell’aumento della disoccupazione, della crisi dei sistemi di welfare e, più di recente, della più grave crisi finanziaria dal 1929 – di essersi lasciati alle spalle, come Stefan Zweig dopo la Prima guerra mondiale, la sicurezza del «mondo di ieri». Attraverso il filtro interpretativo del concetto di sicurezza si comprende invece solo in piccola parte il complesso tema del rapporto dei tedeschi con il passato nazista, cui Conze attribuisce comunque una grande importanza nella sua ricostruzione; laddove nella rivisitazione del fenomeno terroristico degli anni Settanta e dei correlati dibattiti su «sicurezza interna», «democrazia protetta» e «Stato di sicurezza», l’autore, curiosamente, non sembra sfruttare pienamente il potenziale esplicativo della sua chiave di lettura. Una delle parti più convincenti del libro è quella dedicata alla ricostruzione e all’interpretazione del periodo 1957-1966 come momento di svolta e, nella fattispecie, come fase di «ri-fondazione» (Umgründung) della Repubblica Federale, dove l’autore non si limita a riflettere lo stato della ricerca, riuscendo a mettere a frutto anche i risultati di alcuni suoi lavori precedenti.

Nel complesso, l’impianto concettuale e argomentativo e la ricostruzione dei sessanta anni della Bundesrepublik proposti da Conze funzionano. Il concetto di sicurezza si rivela un interessante strumento da laboratorio, che agevola l’autore nel suo sforzo di uscire dalla storia intesa come regno del descrittivo e del narrativo, consentendogli al tempo stesso di distanziarsi da alcune impostazioni teleologiche correnti. Per l’ampio arco cronologico preso in esame, la suggestiva proposta interpretativa e la chiarezza espositiva della narrazione, il lavoro di Conze sembra destinato a occupare uno spazio importante nel panorama degli studi storici sulla vicenda della Repubblica Federale Tedesca.

Subscribe to our newsletter

Partners