VII, 2024/1

Margareth Lanzinger, Raffaella Sarti

Eine Löwin im Kampf gegen Napoleon?

Review by: Angela De Benedictis

Authors: Margareth Lanzinger, Raffaella Sarti
Title: Eine Löwin im Kampf gegen Napoleon?. Die Konstruktion der Heldin Katharina Lanz
Place: Wien
Publisher: Böhlau Verlag
Year: 2022
ISBN: 9783205206613
URL: link to the title

Reviewer Angela De Benedictis - Università di Bologna

Citation
A. De Benedictis, review of Margareth Lanzinger, Raffaella Sarti, Eine Löwin im Kampf gegen Napoleon?. Die Konstruktion der Heldin Katharina Lanz, Wien, Böhlau, 2022, in: ARO, VII, 2024, 1, URL https://aro-isig.fbk.eu/issues/2024/1/eine-lowin-im-kampf-gegen-napoleon-angela-de-benedictis/

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«Una storia infinita, sulla quale non è certo stata ancora detta l’ultima parola» (p. 10). Così Margareth Lanzinger (Storia economica e sociale, Università di Vienna) e Raffaella Sarti (Storia dei generi e Storia moderna, Università di Urbino) hanno definito il loro libro sulla «fanciulla di Spinges», al momento di chiudere una ricerca e una continua riscrittura i cui primi risultati datano al 2009-2010. Una storia infinita della identificazione e della costruzione della memoria di una eroina di cui si ha notizia per la prima volta nel 1797, che riceve nome e cognome solo poco più di settanta anni dopo, e che ancora oggi continua a essere oggetto non solo di studio, ma anche di manipolazione politica.

Si tratta, va detto subito, di un libro di enorme importanza sia dal punto di vista tematico sia dal punto di vista metodologico. È un lavoro talmente ricco di per sé stesso, e per gli impulsi che offre a future ricerche, da essere difficile da sintetizzare nel breve spazio di una scheda. 

Tanto la «ragazza di Spinges» prima, quanto Katharina (Catarina, Caterina) Lanz poi sono state rappresentate nelle arti figurative, con monumenti loro dedicati, in pezzi teatrali, essendo simbolo locale, sovraregionale, internazionale. Il luogo originario, Spinges (in italiano Spinga) è un paesino vicino a Bressanone, quindi ora – e da tempo – in Sud Tirolo o Alto Adige. Il 2 aprile 1797 è teatro di uno scontro tra le truppe francesi napoleoniche e gli Schützen (le truppe di difesa) tirolesi. Nel corso dello scontro una coraggiosa fanciulla vestita con il tradizionale costume tirolese e armata di un forcone respinge i soldati francesi dall’alto del muretto del cimitero della chiesa.

Nel primo capitolo (pp. 30-85, Eine umstrittene Schlacht und eine geheimnisvolle Heldin) le Autrici ricostruiscono le controversie sulla battaglia, sulla presenza in loco della fanciulla e quindi sulla sua esistenza, ma anche – contemporaneamente – la storia del successo dell’eroina in poesie, articoli di giornali, racconti di viaggi e immagini.

Nel secondo capitolo (pp. 86-150, Heldin in vielfältigen Perspektivierungen), dopo avere evidenziato il rapporto con l’altro momento epocale della lotta antifrancese dei tirolesi e il ruolo svolto da altre donne combattenti nel 1809 (che vede come protagonista l’eroe supremo Andreas Hofer), Lanzinger e Sarti contestualizzano la identificazione della fanciulla con Katharina Lanz in un articolo di giornale del 1869 nel tempo di eventi europei e politici. Ovvero, al tempo della unificazione italiana e della fine dello Stato della Chiesa (1870), Katharina Lanz appare come eroina cattolica, ma anche – contemporaneamente – acquisisce un'identità ladina nell’era liberale della monarchia asburgica. A Enneberg (in ladino Mareo, in italiano Marebbe), luogo di nascita di Katharina, viene eretta la prima lapide commemorativa. Iniziano allora le ricerche sulla sua persona e la diffusione mediale della storia anche in Inghilterra e in America.

Il terzo capitolo (pp. 151-203, Heldinnenstoffe: Plots und transnationale Verflechtungen) tratta della differenziazione delle interpretazioni e gli stereotipi di genere elaborati su Lanz in opuscoli, articoli di giornali, composizioni drammatiche e letterarie, che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo testimoniano la sempre maggiore presenza pubblica e mediale di questa figura simbolica. Una presenza che attesta immagini continuamente rinnovate e anche contradditorie.

Tra il 1897 le celebrazioni della lotta contro l’armata napoleonica del 1797 e il 1909, quelle della sollevazione di Andreas Hofer del 1809 contro il potere bavarese e francese, comportano pure il climax dei ricordi su Lanz (quarto capitolo, pp. 204-253, Religiöse Überhöhungen und Nationalisierungen der Heldinnenfigur). Da una parte, Katharina viene paragonata sempre più spesso a Giovanna d’Arco, con l’accentuazione di interpretazioni di natura religiosa. Dall’altra, la conclusione della costruzione di un monumento nel 1912 a Livinallongo, dove Lanz era morta, suscita contrasti per via della molteplicità dei territori di confine – anche linguistici – coinvolti (Italia, Tirolo, Ladinia) e delle rivendicazioni autonomistiche delle «terre irredente», con il deciso interessamento dell’imperatore Francesco Giuseppe, di Benito Mussolini e di Ettore Tolomei. La storia della «fanciulla di Spinges» si intreccia in tal modo sempre più con la cosiddetta storia ‘generale’.

Nel quinto capitolo (pp. 254-308, Nachhall: Ambivalente Heldinnengeschichten und Erinnerungskontexte) sono ricostruiti gli ulteriori contesti nei quali l’eroina è coinvolta fino al tempo presente, a partire dalle radicali trasformazioni politiche del Sud Tirolo dopo la fine della Prima guerra mondiale. Fino al 1948, dopo la fine della Seconda guerra mondiale – ventennio fascista e nazismo compresi – domina la controversia sulla identità territoriale di Lanz: ladina, oppure sudtirolese di lingua tedesca? Tra il 1945 e il 1971 (anno di introduzione dello statuto di autonomia) le diverse occasioni per ricordare la «fanciulla di Spinges» e/o Katharina Lanz offrono molteplici spunti, soprattutto nella stampa sudtirolese, alla appropriazione del simbolo dall’una e dall’altra parte in conflitto in quella complessa e difficile situazione politica.

Per le Autrici è stato sorprendente scoprire, durante la ricerca, che alcuni storici italiani politicamente orientati a destra della storia della «fanciulla di Spinges», nel richiamo a valori cattolici e antirivoluzionari. Come pure constatare che Katharina abbia costituito un simbolo positivo e un esempio per attivisti dell’estrema destra, nonché per membri della Lega Nord negli anni in cui questo partito sosteneva persino l’indipendenza dell’Italia del nord dallo Stato italiano. Un gruppo «Catarina Lanz», vicino a formazioni politiche richiamantesi al dissolto partito fascista è stato attivo a Pisa (p. 301). La riattualizzazione politica ha peraltro riguardato anche gruppi politici decisamente meridionalisti e le loro espressioni nei media, esemplificabili in giochi di parole come «Napoletani e Tiro...lesi» (p. 296). Non mancano, peraltro, per quanto del tutto minoritari nel panorama complessivo, rappresentazioni dell’eroina anche nella sinistra, come dimostra un pezzo teatrale del 2013 (p. 309). Il nome di Katharina è risuonato anche nella Camera dei Deputati del Parlamento italiano, in occasione della discussione che ha portato alla Legge Costituzionale del 4 dicembre 2017, n. 1, su «Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Sudtirol in materia di tutela della minoranza linguistica ladina» (p. 307).

La conclusione del libro (pp. 309-334, Schluss: Kämpfende Frauen im internationalen Kontext) è un vero e proprio sesto capitolo, nel quale sono ripercorse le storie e le immagini di donne combattenti nel contesto internazionale, dal 1797 a oggi.

Se, unicamente per motivi di spazio, non ci si sofferma su queste ultime pagine, è per potere ritornare alle prime pagine del libro, al Postscriptum (p. 11) della Prefazione, datato aprile 2022, cioè poco dopo l’inizio dell’attacco della Russia in Ucraina e della tragica guerra che già allora era iniziata, rafforzando gli opposti nazionalismi. Esplicito proposito del libro – scrivono le Autrici – è quello di mostrare la frequente ossessione manipolatoria dei nazionalismi, la loro indifferenza e disprezzo verso una storiografia basata sulla prova delle fonti, il pericolo di discorsi propagandistici che ne deriva, al fine di contribuire alla consapevolezza dei pericoli dei nazionalismi e ai conflitti che ne nascono.

Le ultime cinquanta pagine del volume contengono l’elenco delle fonti (pp. 336-354), la letteratura secondaria (pp. 354-380), l’elenco delle cinquanta illustrazioni (pp. 381-383), l’indice dei nomi di persona (pp. 386-393).

 

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